Vuoi guarire? Dopo 38 anni di attesa è giunta la svolta.Venite nella Vasca dello Spirito
23 Giugno 2024
Vangelo: Giovanni, Cap 5, vv. 1-18
Omelia del Pontefice Samuele
Cari fratelli, meditiamo oggi una pagina ricca del Vangelo di Giovanni che ci porta a vivere il cuore della Misericordia, la Vera Misericordia, la Divina Misericordia (1Pt 2,10) che tocca il cuore di chi vuole guarire e si contrappone al cuore di chi, indurito, ha perso l’Amore (Ap 2,4). Ecco allora questa pagina che ci aiuta a comprendere ciò che accadde allora e ciò che stiamo vivendo ora.
Questa pagina inizia con la domanda che Gesù rivolge a questo infermo: “Vuoi guarire?” (Gv 5,6). E questa domanda ci accompagna e accompagna tutti coloro che vogliono guarire, guarire da tante afflizioni, da tante malattie, da tante infermità non solo fisiche: fisiche, ma soprattutto spirituali (Ap 22,2). Di questo ora si deve guarire, in questo nostro tempo, perché si è smarrito lo spirito e di conseguenza si è smarrita quella pace interiore che tanti cercano e non trovano più (Tt 1,16). Si corre, si corre, si corre ma non c’è più pace, non c’è più amore (Eb 3,8). Questa è la guarigione di cui questo mondo oggi ha più che mai bisogno, l’Amore di Gesù, la Pace che solo Gesù può darti nel momento in cui tu rimani in comunione con il Suo Cuore (Lc 12,34).
E quindi, ecco queste immagini che ora vediamo insieme, che ci accompagnano in questa pagina: c’è questo primo riferimento dei trentotto anni di attesa (Gv 5,5); c’è la figura dell’acqua che è in questa piscina e che consente a chi vi si immerge di poter guarire (Gv 5,4); poi vi è l’immagine della porta delle pecore, con questi cinque portici. Tutti significati profondi.
La porta delle pecore ci porta immediatamente a Gesù, il Buon Pastore (Gv 10,11), Colui che si definisce egli stesso essere la Porta delle pecore. Nel Vangelo di Giovanni questo è ben detto: “In verità, in verità vi dico: io sono la porta delle pecore […] Io sono la porta: se uno entra attraverso di me, sarà salvo; entrerà e uscirà e troverà pascolo” (Gv 10,7.9). Quindi, solo in Gesù le pecore possono riposare: noi pecorelle di Dio possiamo riposare solo e soltanto in Gesù (Gv 10,14), in nessun’altra religione o filosofia religiosa si può trovare il vero riposo. Questa è l’essenza del Cristianesimo che anche oggi si sta perdendo perché si sta aprendo a tutto e a tutti, dicendo che in ogni religione vi è la Sapienza di Dio: non è questo l’insegnamento di Gesù (Ez 13,7).
Poi vi è il simbolo dell’acqua, l’acqua che ci riporta alla purificazione, ci riporta alla divinità. Ricordiamo tutti il miracolo di Gesù alle nozze di Cana: trasformò l’acqua in vino (Gv 2,9); e ci ricordiamo ben tutti che dal Cuore di Gesù squarciato sul Golgota uscirono Acqua e Sangue (Gv 19,34): acqua, simbolo di purificazione e di divinità, che si unisce al sangue, simbolo dell’umanità che, rinnovata, ci porta a rimanere in comunione con Gesù, mangiando il Suo Pane, Corpo (Gv 6,51), bevendo il Suo Vino, Sangue (Gv 6,54).
Poi vi sono questi cinque portici, questo cinque che ci riporta l’azione dello Spirito Santo, così come nel libro dell’Apocalisse cinque sono i quattro viventi che si uniscono al Cristo per poter completare l’azione salvifica (Ap 4,8). E poi questi trentotto anni di attesa: se approfondiamo la Scrittura, comprendiamo che nell’Antico Testamento vi è un riferimento preciso a questi trentotto anni nel libro del Deuteronomio: “La durata del nostro cammino, da Kades-Barnea al passaggio del torrente Zered, fu di trentotto anni, finché tutta quella generazione di uomini atti alla guerra scomparve dall’accampamento, come il Signore aveva loro giurato” (Dt 2,14).
Che cosa successe a Kades-Barnea? Era il luogo della ribellione del popolo ebraico a Dio e questo passaggio del torrente Zered fu una tappa fondamentale per arrivare alla Terra Promessa, in questi trentotto anni; quindi, questo trentotto segna un passaggio di purificazione fondamentale per arrivare al compimento.
E che cosa succede ora? Dal 1975, anno di apertura della Cappellina, al 2013 passano trentotto anni, tempo di preparazione e di purificazione che i cristiani sono chiamati a vivere, fino a quando nel 2013 succede qualcosa che cambia la storia del Cristianesimo (2Ts 2,4).
Trentotto anni, 1975-2013, e da lì inizia un’altra storia perché da quel momento i sacramenti impartiti in una casa che prima era assistita dallo Spirito Santo non sono più validi (Ap 8,11) e Dio manifesta sempre più la Sua Presenza in questa Chiesa, voluta dal Cielo (Ap 3,12), per poter portare a tutti la Sua Presenza, stipulando una nuova Alleanza, ultima ed eterna, per far comprendere dove lo Spirito di Dio, lo Spirito di Verità è presente (Gv 4,23), rispetto ad altri luoghi dove non è più (Ap 17,11).
Ecco questa Cappellina, questa nuova Piscina dove tutti vi si possono immergere per poter essere purificati dall’azione dello Spirito Santo (Ap 22,17). Così come Gesù ebbe a dire alla Sua Fanciulla: “Questa Culla è come una grande vasca”. Nella Rivelazione “Lo Spirito Santo” del 19 settembre 1984 Gesù dice alla Sua Fanciulla: “Si può dire che la Cappellina è come una grande Vasca in cui si tuffano quanti vi entrano con umiltà e fede, ne escono ristorati e saturi d’Amore. In verità vi dico che, se volete trasformarvi da bestie in uomini divinizzati, è necessario che con fede vi accostiate alla mia seconda Grotta, perché non ve ne sarà un’altra mai più. Siamo alla fine dei tempi e lì voglio che si radunino le mie pecore, e giorno verrà che alcune saranno sempre lì a pregare e piangere per i fratelli, saranno le più sante, le più pure, le più forti, desiderose solo di salvare a costo di qualunque sacrificio”
(Rivelazione di Gesù a Maria Giuseppina Norcia, “Lo Spirito Santo”, 13/09/1984).
Ecco che queste parole, dette allora, ora vengono ben comprese alla luce di tutto quello che stiamo vivendo. Ecco questa Culla che il Padre ha donato al Suo popolo affinché chi vuole purificare e immergersi lo possa fare, ricevendo lo Spirito Santo, immergendosi in questa Vasca dello Spirito Santo.
Ecco il compimento delle promesse di Gesù alla Sua Fanciulla e oggi, a questo proposito, vi è una ricorrenza importante perché è l’anniversario di un’altra Rivelazione che Gesù ha donato alla Sua Fanciulla, la Rivelazione chiamata “La città santa”, che Gesù Le diede il 23 giugno del 1996 e in questa circostanza Gesù dice ancora: “Vorrei tutti i miei figli puri e fedeli come pura e fedele è stata la Madre mia. È perché tutto questo si avveri, che il Padre ha voluto donare a tanti suoi figli la gioia di conoscere quest’Isola d’amore dove Io, ogni giorno, vengo a riposare e a raccogliere i frutti dell’amore che qui si genera in un’unica, melodiosa armonia con l’amore del Padre. […] Io li accoglierò […] dove ora sorge la mia Culla, la mia Città, la Città sovrana del mio regno, la Città dove ognuno dei miei figli prima di entrare lascerà fuori delle sue mura ogni propria debolezza, ogni angoscia e tutto il proprio residuo di umanità terrena perché nulla di tutto questo può entrare nella mia dimora” (Rivelazione di Gesù a Maria Giuseppina Norcia, “La Città Santa”, 23/06/1996).
Ecco che si viene in questa Culla e si lascia ogni peso, si lascia ogni fardello (Is 66,13) per poter ricevere questa nuova immersione e poter ripartire uniti a Gesù nella totalità (Gv 17,23), senza più le infermità che non consentirebbero di poter vivere spiritualmente una vita sana e santa. Così come Gesù disse a quel paralitico: “Alzati, prendi il tuo lettuccio e cammina” (Gv 5,11). Lo ha invitato ad iniziare un cammino nuovo alla luce di tutto ciò che nel suo cuore aveva vissuto e che da quel momento in poi, incontrando l’Uomo Dio, è stato chiamato a fare nel rinnovamento di questo cammino (Lc 5,27).
“Ecco che sei guarito”, gli dice subito dopo, “non peccare più, perché non ti abbia ad accadere qualcosa di peggio” (Gv 5,14). E anche questo è importante perché Gesù guarisce quell’infermità, ma mette in guardia: “Non peccare più, perché ti accadrebbe qualcosa di peggio”. Allora non è vero che “Gesù perdona sempre”, “il perdono è gratis” e, quindi, una volta perdonato quello che fai fai e non succede nulla. Non è vero che la Misericordia è gratuita (Mt 10,38). Gesù ti dice: “Non peccare più” così come disse all’adultera “Ti perdono, ma non peccare più” (Gv 8,11). La Misericordia presuppone un cambio di vita, almeno nella volontà di voler cambiare vita (Gv 3,3).
Ecco l’invito di Gesù che ora più che mai torna ad essere centro, così come disse nel Vangelo di Matteo: “Quando lo spirito immondo esce da un uomo, se ne va per luoghi aridi cercando sollievo, ma non ne trova. Allora dice: Ritornerò alla mia abitazione, da cui sono uscito. E tornato la trova vuota, spazzata e adorna. Allora va, si prende sette altri spiriti peggiori ed entra a prendervi dimora; e la nuova condizione di quell’uomo diventa peggiore della prima. Così avverrà anche a questa generazione perversa” (Mt 12,43-45).
Se non si taglia il ponte con il peccato, se non si inizia un nuovo cammino e si inizia una nuova vita, il peccato ti riprende e ti riporta ad una condizione peggiore di prima. Ecco l’invito a cambiare vita. Ecco questa Chiesa che si distacca da un’altra casa che insegna che la Misericordia è gratuita, è un regalo. Ecco i farisei di oggi e i farisei di ieri che hanno perso il cuore della legge (Mt 23,27), così come quei farisei che, anziché gioire perché quell’uomo dopo trentotto anni era stato guarito, puntano il dito perché era sabato (Gv 5,10), come se portassimo tutto alla nostra domenica, il giorno più bello, il giorno del Signore. Si perde il cuore della legge che è l’Amore, l’amore a Dio e l’amore al prossimo (Lc 10,27). Si guardano i formalismi, la forma, e si perde la sostanza.
Ecco ciò che tanti stanno vivendo: la religione non può essere fatta solo di formalismi, la religione cristiana è Amore, Gesù è Amore (Gd 1,21), questo ci insegna Gesù e questo questa Chiesa vuole continuare ad insegnare. Per questo questa Chiesa è nata, per volere del Cielo (Ap 22,3), così come Maria Giuseppina ci aveva avvisato, per mantenere la cattolicità universale: non uno scisma, ma il camminare sulla retta Via.
Ora in questi giorni tanto si sta parlando di questo. Ecco la risposta che il Cielo ha dato per tempo e nel tempo nel momento in cui tutto, dal 2013 in poi, sarebbe avvenuto (Dn 8,10). C’è chi decide di tornare indietro agli anni Sessanta dello scorso secolo e c’è chi invece vuole andare avanti dicendo: “Andiamo avanti, come il Padre ha desiderato”. Ecco che il Padre ha mandato in questa Terra il Bambino Gesù per rinnovare la Sua Alleanza con il Suo popolo affinché il popolo potesse rimanere nell’unica Via che conduce alla Salvezza, Cristo (Fil 2,10).
Seguite Maria, seguiamo Maria: Maria è la Via che ci conduce alla Salvezza, Maria è la Porta del Cielo, rimanendo uniti a Maria tutto si troverà, anche coloro che animati dalla buona volontà e animati dal desiderio di rimanere uniti a Maria, cercando, troveranno la Via (Lc 1,42). Ecco che Maria santifica e purifica (Lc 1,49).
E chi rimane unito a Maria vince, così come ha vinto Giovanni il Battista, di cui domani ricorre la Solennità, la sua nascita. Giovanni è stato unito a Maria fin da quando era nel grembo materno (Lc 1,41). Maria lo ha visitato visitando sua madre. Maria portava in grembo la Divinità, Gesù, e ha incontrato colui che avrebbe annunciato la Divinità, mettendo in pratica un’umanità perfetta. Ecco che tra i nati di donna non vi è santo più grande di Giovanni (Lc 7,28).
Questo è l’esempio, cari fratelli. Questo è l’esempio per chi vuole essere Santo, mettere in pratica ciò che Gesù ci insegna e rimanere uniti a Maria. E nulla ci mancherà (Sal 23,1). Questa è la nostra religione, una religione fondata sull’Amore, sull’amore a Gesù e sull’amore a Maria (Ap 19,11), di conseguenza sull’amore al prossimo perché, se viene meno l’amore al prossimo, viene meno tutto. “Vuoi guarire?” Gesù attende la nostra risposta e nel momento in cui sente nel cuore “Sì, lo voglio!” (Lc 1,38) ecco che tutto si compie.
Davanti alla Culla sentirete nel cuore la voce di Gesù che dice: “Vuoi guarire?”. Nel momento in cui Gesù sentirà: “Sì, lo voglio!” tutto vi potrà essere, nel momento in cui la fede tutto vince, in Gesù e in Maria (Ap 14,12). E così sia.