Domenica di Pentecoste

20 maggio 2018 – h.11:00

Vangelo: Giovanni, Cap 15, vv.26-27; cap 16, vv.12-15
Omelia del Pontefice Samuele

Celebriamo oggi una delle feste più belle e più importanti di tutta la cristianità: la Pentecoste, la festa dei “50 giorni” dopo la Pasqua. È una festa antica, la Pentecoste, che gli ebrei già celebravano con il nome di “Shavuot” per ringraziare Dio per i doni della terra e, successivamente, per il dono delle tavole della Legge che Dio fece al condottiero Mosè. I cristiani festeggiano i 50 giorni dopo la Pasqua per celebrare la discesa dello Spirito Santo sugli Apostoli e su Maria (At 2,1-4), che erano riuniti in preghiera nel Cenacolo, dove Gesù celebrò la Cena di Pasqua del Giovedì santo con gli Apostoli.

La Pentecoste è una grande festa della cristianità e va compresa bene. Lo Spirito Santo non è sceso, allora, una volta per sempre, per poi non manifestarsi più. Lo Spirito Santo è vivo e si manifesta continuamente, così come si è manifestato nella storia, per dare compimento alla rivelazione di Gesù, che ha preannunciato i compimenti dei tempi futuri, lasciando però allo Spirito Santo il compito di completare la rivelazione delle cose future, per dare agli uomini il tempo e il modo di poter “portare il peso” di tali rivelazioni, senza rimanere schiacciati dalla grandezza e dalla profondità di queste rivelazioni, che la mente, il cuore e lo spirito, se non preparati, non avrebbero potuto sopportare. Tramite le parole di Gesù e della Sacra Scrittura comprendiamo che tali rivelazioni si sarebbero compiute in un tempo storico diverso da quello vissuto dai primi Apostoli, successivo, che fa riferimento agli ultimi tempi della storia della cristianità. Lo abbiamo ascoltato nel Vangelo di oggi e così, prima della Sua Ascensione, Gesù disse loro: «Non spetta a voi conoscere i tempi e i momenti che il Padre ha riservato alla sua scelta» (At 1,7) – loro chiedevano a Gesù il tempo della restaurazione del Regno, della instaurazione definitiva del Regno (At 1,6)- e Gesù disse “non spetta a voi conoscere questo”; però li confortò e disse: «ma avrete forza dallo Spirito Santo che scenderà su di voi e mi sarete testimoni a Gerusalemme, in tutta la Giudea e la Samarìa e fino agli estremi confini della terra» (At 1,7-8). Nel giorno della Pentecoste, lo Spirito Santo effettivamente scese sugli Apostoli per dare loro quella forza che Gesù aveva preannunciato loro che sarebbe stata data. E grazie a questa forza poterono testimoniare con coloro che si sono succeduti il Vangelo “fino agli estremi confini della Terra” (At 1,8). E questo è avvenuto. Ma a quei discepoli e ai loro successori non spettava conoscere i tempi e i momenti che il Padre aveva riservato alla Sua scelta (At 1,7) per restaurare definitivamente il “Regno di Israele”, quindi il Regno di Dio sulla Terra.

Pietro, nel giorno di Pentecoste, cita la profezia del profeta Gioele, facendo riferimento all’effusione dello Spirito Santo nell’era nuova degli “ultimi tempi”. Ora noi sappiamo bene che i tempi vissuti dai primi Apostoli di Gesù rappresentano i “primi tempi” della cristianità, non gli “ultimi”. I “tempi ultimi”, in cui tutto si compie e si manifesta nella pienezza, sono i tempi attuali, quelli che noi stiamo vivendo. Lo comprendiamo da ciò che è scritto nella Sacra Scrittura e dagli avvertimenti ivi contenuti. E ne abbiamo conferma dalle rivelazioni che Dio, tramite il Suo Spirito, ha fatto nella storia, parlando per mezzo dei Suoi piccoli e umili messaggeri, che hanno portato al mondo di buona volontà la Sua Parola, il Suo annuncio, i Suoi avvertimenti, i Suoi ammonimenti. Ma gli uomini nel corso della storia non hanno voluto accogliere pienamente e mettere in pratica gli avvertimenti del Cielo, preferendo allontanare quelle rivelazioni, annullandole e, così come è avvenuto nel caso della Fanciulla di Dio, Maria Giuseppina Norcia, che ha rivelato la Nuova Gerusalemme, quelle rivelazioni sono state definite e bollate come inaccettabili, “dottrinalmente inaccettabili”; quindi cancellate, dimenticate e fatte dimenticare.

Noi sappiamo che in questa Terra d’Amore donata dal Padre a questa umanità vi è il compimento della rivelazione. In questa Terra d’Amore l’azione e la manifestazione dello Spirito Santo è piena, totale. Il Signore ha rivelato che questa è la “Nuova Gerusalemme” (Ap 21,2-3), preparata per l’Era dello “Spirito Santo”. Questo è il tempo in cui le parole che abbiamo or ora ascoltato nel Vangelo si compiono nella pienezza. “Quando verrà il Consolatore che io vi manderò dal Padre, lo Spirito di Verità che procede dal Padre, egli mi renderà testimonianza” (Gv 15,26), ha detto Gesù, che ha aggiunto: “Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso” (Gv 16,12). E quando gliele avrebbe dette queste altre cose, dato che in quel momento loro non erano in grado di portarne il peso? “Quando però verrà lo Spirito di verità, egli vi guiderà alla verità tutta intera, perché non parlerà da sé, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annunzierà le cose future” (Gv 16,12-13).

Cinquanta giorni dopo la Pasqua, lo Spirito Santo discese sopra gli Apostoli (At 2,1-4) per fortificarli, così come abbiamo detto e così come Gesù predisse loro. Ma il Padre aveva riservato a questi tempi il compito di annunciare le cose future, a coloro ai quali il Padre avrebbe mandato lo Spirito di Verità nel Tempo che il Padre aveva stabilito.

Noi ora sappiamo che il Padre ha inviato il Suo Spirito qui, in questa Terra d’Amore, per guidare gli uomini alla Verità tutta intera. E tramite lo Spirito di Verità, per volere del Padre, il Padre ha costituito questa Chiesa, che ha il compito di annunciare al mondo intero il compimento del Piano di Salvezza del Padre per l’umanità, per far comprendere la Verità tutta intera. Parlando dello Spirito, Gesù disse a quel tempo: “Egli mi glorificherà, perché prenderà del mio e ve l’annunzierà” (Gv 16,14). In questa Chiesa Gesù è difeso e glorificato, non ingiuriato, svenduto e trattato al pari di uomini o di altre filosofie religiose, così come sta avvenendo in un’altra casa. E anche da questo si dovrebbe comprendere dove è presente quello Spirito di Verità annunciato da Gesù, che prenderà del Suo, avrebbe preso del Suo per portarlo nella Casa in cui quello Spirito sarebbe stato inviato. Ora, se in questa Casa si annuncia e si proclama ciò; e se in un’altra casa si annuncia, invece, che tutto deve confluire in una mescolanza di filosofie religiose dove Gesù non è più il primo, non ha più il primato, che cosa ci fa comprendere tutto ciò? È questa l’azione di uno Spirito che annuncia del Suo, ciò che Gesù aveva preannunciato; o quell’altro spirito sta annunciando cose diverse? Questa è la riflessione che tutti sono invitati a fare per comprendere il senso profondo delle parole che Gesù ha rivelato.

Ecco la rivelazione della Fanciulla di Dio, Maria Giuseppina Norcia, che al mondo intero ha annunciato la “Nuova Gerusalemme”, l’“Era dello Spirito Santo”: lo Spirito di Verità, promesso e annunciato, che Gesù, dal Padre (Gv 15,26), ha mandato in questa Terra d’Amore.

Ma gli uomini, ora come allora, non hanno accolto l’azione dello Spirito Santo. Lo hanno bestemmiato (Mt 12,32; Lc 12,10), disprezzando i segni della Sua azione, disconoscendolo “per sistema”. Se gli uomini avessero accolto le rivelazioni dello Spirito del Padre nella storia e avessero ascoltato e messo in pratica i Suoi ammonimenti e avvertimenti, ci sarebbe stata una sola cristianità, santa e totale. Gli uomini si sarebbero convertiti…; quegli errori sarebbero terminati…; il loro cuore si sarebbe ristabilito e unito nuovamente al cuore di Dio Padre Onnipotente…; e tutto ciò che ora si vive non sarebbe stato. Se gli uomini, come ultima possibilità, avessero accolto le rivelazioni che il Signore ha fatto alla Sua Fanciulla in questa Terra – Colei che ha annunciato al mondo la “Nuova Gerusalemme” – tutto sarebbe potuto essere. Ma poiché gli uomini, ancora una volta, non hanno accolto la viva azione del Suo Spirito, il Padre, tramite l’azione del Suo Spirito, ha fondato la Sua Chiesa, ri-fondandola, rinnovandola, per portare a compimento comunque il Piano di Amore e di Redenzione per l’umanità.

Il Padre nella Sua Onniscienza già tutto sapeva. Ma ciò che rende tutto definitivo – questo lo dobbiamo ben comprendere – è l’azione finale degli uomini, che in virtù della libertà, dono irrevocabile che il Padre ha fatto loro, possono decidere di accogliere, fino all’ultimo, o di non accogliere la Sua Volontà, fino a quando il Padre non decide definitivamente. E in conseguenza alle scelte degli uomini fatte in virtù della libertà donata loro, di conseguenza il Padre è altrettanto libero di decidere: e quindi di sciogliere e di rinnovare ciò che in precedenza aveva stabilito. Ecco l’Alleanza rinnovata, ristabilita con questo “Piccolo Resto di Israele” (Is 10,20-22a; 35,1-10; 51,11; Ger 31,1-14; Mi 2,12-13; Rm 9,25-28), annunciato e preannunciato già dall’Antico Testamento, con il quale il Padre ha ri-stabilito la Sua Nuova Alleanza.

Così, ora come allora, anziché restaurare dall’interno (così è avvenuto al tempo di Gesù) – restaurare dall’interno ciò che già era (se Gesù fosse stato accolto così sarebbe potuto essere) -, il Padre restaura ora ciò che deve essere restaurato tramite la Sua Chiesa, questa Chiesa, animata e guidata dal Suo Spirito, che guida coloro che Gli sono rimasti fedeli, che non hanno apostatato dalla vera fede e che si sono affidati al Cuore Immacolato di Maria, l’Immacolata dello Spirito Santo, che dal Cielo guida l’Armata Celeste dei figli di Cristo che vogliono difendere la purezza della fede da chi ha tradito Cristo, da chi nuovamente ha svenduto la primogenitura (Gen 25,31-34; Eb 12,16), da chi con l’inganno sta conducendo l’umanità in una nuova chiesa, che non proviene dal Padre ma che si serve del nome di Dio per attuare i propri scopi, umani e personali, che nulla hanno a che fare con la Volontà finale del Padre; e che allontana i figli di Dio e i credenti dagli insegnamenti autentici di Cristo, stravolgendo i Suoi Insegnamenti e Comandamenti.

Si comprende così l’accorato appello che l’Apostolo Giovanni, per opera dello Spirito Santo, rivolse già allora – in tempi non sospetti potremmo dire – annunciando che sarebbe arrivato un tempo in cui i figli di Dio sarebbero stati invitati ad uscire da quella casa, che in codice l’Apostolo Giovanni ha chiamato con il nome di “Babilonia”, “Babilonia la grande”, che non può essere genericamente, così come qualcuno afferma, “il mondo”, tutto ciò che è mondo, perché tanti sono i riferimenti, riferiti a “Babilonia”, che portano ad altro, non al mondo, ma alla Chiesa (Ap 17,5-9; 18,16-20.23-24). Ecco che Giovanni, con forza, proclama: “Uscite, popolo mio, da Babilonia per non associarvi ai suoi peccati e non ricevere parte dei suoi flagelli. Perché i suoi peccati si sono accumulati fino al cielo e Dio si è ricordato delle sue iniquità” (Ap 18, 4-5).

Ma Dio mai abbandona i Suoi figli. Li invita ad uscire affinché questi figli siano accolti, abbracciati, da Colei che è stata chiamata ad essere Madre (Ap 21,2-4). Ecco questa Madre Chiesa, ecco questa Madre Terra, ecco questa Terra d’Amore, Isola, staccata dal resto, perché così ha voluto il Padre, “Isola Bianca”, chiamata ad accogliere tutti i naufraghi, tutti i “figli” che vogliono rimanere figli di Dio, di Cristo, per difendere la purezza della fede e mantenere vivi i Suoi comandamenti e i Suoi insegnamenti.  

«Venite, voi tutti, per vivere e tornare a vivere l’essenza della cristianità, che nella viva azione dello Spirito Santo è sostanza. L’Amore di Maria, l’Immacolata dello Spirito Santo, vi guiderà a conoscere la Verità tutta intera e ad annunciarvi le cose future, così come Gesù aveva promesso. Lasciatevi guidare dal Suo Amore, dal Suo vivo Amore, un Amore fatto Persona, che in questa Culla si manifesta e si manifesterà a tutti coloro che, amanti della Verità, La cercano con cuore sincero. Venite, fratelli: il Padre vi attende. Venite, ristoratevi nel Cuore di Maria, Nuova Gerusalemme. Venite, abbracciate il Suo Cuore, osservate i Suoi insegnamenti, vivete la Sua Vita, per essere rinnovati nell’intimo, affinché tanti, da increduli, possano tornare a credere, sperare, per poi vivere l’unica certezza: Cristo, Colui che salva (Mc 16,15-16; At 4,11-12; 2Tm 2,10; Eb 9,28), che guarisce, purifica e dona la Vita, affinché i Suoi figli possano tornare ad essere liberi e non più schiavi».

Questa è la viva preghiera dei figli di Dio che in questo santo giorno rivolgono, per il tramite del Cuore Immacolato di Maria, a Dio Padre, a Dio Figlio e a Dio Spirito Santo. E così sia.