Festa dell’Ascensione di Gesù al Cielo

13 maggio 2018

Vangelo: Marco, Cap. 16, vv. 15-20
Omelia del Pontefice Samuele

Viviamo oggi la festa dell’Ascensione, l’Ascensione di Gesù al Cielo. La salita di Gesù al Cielo è una grande festa per tutti i cristiani e noi sappiamo, alla luce delle rivelazioni fatte da Gesù alla Sua Fanciulla, Maria Giuseppina Norcia, che il Cielo gioì in modo particolare per questa Ascensione, “prima festa più bella”, così come ancor più bella l’Assunzione della Madre Sua, in attesa della terza e definitiva che sarà quella del ritorno nella gloria del Signore. Ma questa festa va compresa alla luce delle Scritture e della viva azione dello Spirito Santo. Gesù, dopo la resurrezione, appare più volte ai Suoi discepoli e rimane con loro per quaranta giorni. Poi sale al Cielo. L’evangelista Luca, nel Suo Vangelo, accenna a questo momento (Lc 24,51), che in seguito descrive meglio nell’altro Suo Libro, gli Atti degli Apostoli (At 1,6-11). Subito prima dell’Ascensione, i discepoli rivolgono questa domanda a Gesù: “«Signore, è questo il tempo in cui ricostituirai il regno di Israele?» Ma egli rispose: «Non spetta a voi conoscere i tempi e i momenti che il Padre ha riservato»” (At 1,6-7).

Pertanto i primi Apostoli di Gesù avevano un altro compito, che non era quello che riguardava la fine dei tempi, nei quali lo Spirito del Signore avrebbe ricostruito il Regno di Israele, portando quindi a compimento la restaurazione spirituale del Regno di Dio iniziata con la Sua resurrezione. Dice loro ancora Gesù: «Avrete forza dallo Spirito Santo che scenderà su di voi e mi sarete testimoni a Gerusalemme, in tutta la Giudea e la Samaria e fino agli estremi confini della terra» (At 1,8). Quei primi Apostoli, fondatori della prima Chiesa cristiana, con la forza dello Spirito Santo, sarebbero stati Suoi testimoni a “Gerusalemme” e “fino ai confini della terra”, agli estremi confini. E questo è avvenuto; questo è stato fatto. Ma a loro non era dato di conoscere i tempi e i momenti che il Padre aveva riservato per altri alla fine dei tempi. Infatti il Padre ha voluto preservare questa rivelazione per Sé e per coloro che con la forza dello Spirito Santo Lo avrebbero dovuto aiutare alla fine dei tempi. Ecco la rivelazione della “Nuova Gerusalemme” (Ap 21,2-3). Ecco la rivelazione di Gesù alla Sua Fanciulla. Ecco la chiamata dei nuovi discepoli di Gesù che il Padre, per mezzo della viva azione dello Spirito del Cristo Risorto, ha chiamato in questi tempi, stabilendo la Sua nuova Chiesa, questa Chiesa, chiamata a restaurare e a rinnovare la Nuova Alleanza, rinnovata nello Spirito di Cristo e dei Suoi figli fedeli.

“Detto questo, fu elevato in alto sotto i loro occhi e una nube lo sottrasse al loro sguardo” (At 1,9), è scritto ancora negli Atti degli Apostoli. Poi la rivelazione finale: “Questo Gesù che è stato di tra voi assunto fino al cielo, tornerà un giorno allo stesso modo in cui l’avete visto andare in cielo” (At 1,11b). Quindi, così come Gesù aveva già rivelato loro in precedenza, annunciando nel Vangelo il ritorno del Figlio dell’Uomo sulle nubi (Mc 13,26), così negli Atti degli Apostoli “due uomini in bianche vesti” (At 1,10) confermano ai discepoli la modalità del ritorno del Signore. Dalla rivelazione che Gesù ha fatto alla Sua Fanciulla noi sappiamo che il ritorno del Signore è un “itinerario”. Voi ricordate le parole, che tante volte abbiamo ascoltato e che ascolteremo sempre, in quel “messaggio del ritorno del Signore”, che Gesù stesso ha dato. Ebbene, questo itinerario è iniziato il 13 giugno 1947, quando il Figlio dell’Uomo è tornato sulle nubi, nelle sembianze di Bambino, manifestandosi alla Fanciulla scelta da Dio per questo compimento, Maria Giuseppina, per dare inizio al grande Mistero della Nuova Gerusalemme, Mistero d’Amore voluto dal Padre per la salvezza di questa umanità.

Da quel 13 giugno è iniziato l’itinerario spirituale che avrebbe portato a compimento il Mistero della salvezza. Questo è il tempo della restaurazione del Regno d’Israele a cui facevano riferimento i primi discepoli di Gesù (At 1,6) nel momento precedente la Sua Ascensione. Questo è il tempo in cui questo Piccolo Resto d’Israele (Is 11,11.16; 37,4.32; Ger 23,3-6; 31,7; 50,20; Ez 20,37; Mi 2,12-13; Sof 3,11-13; Zc 8,3-12; Rm 11,1-10), radunato dal Padre su questo Monte Santo (Is 56,7a; 65,25; Sal 15,1; 43,3; Gl 4,17; Zc 8,3), si manifesta al mondo, per far comprendere il Progetto di salvezza voluto dal Padre, che porterà alla vittoria del Figlio di Dio: questa vittoria che sarà vissuta nel cuore dei Suoi figli e di coloro che, animati dalla buona volontà, sempre difenderanno la fede cristiana autentica.

Questa è la Verità, che Gesù ha rivelato e ha confermato alla Sua Fanciulla.

Finché l’uomo non avrà l’umiltà di accogliere con il cuore le rivelazioni del Cielo, senza pretendere di misurare le cose di Dio con il metro del mondo, nulla si potrà comprendere. Coloro che vogliono veramente comprendere il compimento del Progetto del Padre devono aprire il cuore all’azione dello Spirito di Dio che, ora come allora, soffia sul mondo e penetra il cuore di tutti coloro che anelano di ricevere la Sua Sapienza, la Sua Scienza, per essere purificati nella mente e nel cuore, per essere guidati a comprendere in forma piena il Piano di Amore e di Redenzione voluto dal Padre per questa umanità.

Solo così si potrà già ora ascendere al Cielo, in spirito e cuore, seguendo lo Spirito del Maestro, seguendo l’esempio dei Santi della cristianità, di coloro che ci hanno preceduto in questo momento. La Fanciulla di Dio è un fulgido esempio di santità per ciascuno di noi. Ella è stata visitata dallo Spirito del Padre per vivere e far vivere a tutti il grande compimento della salvezza. Dopo quella prima manifestazione, avvenuta il 13 giugno 1947, vi è stata la grande rivelazione del 15 maggio 1974, nella quale per la prima volta Maria, con Gesù e S. Michele Arcangelo, si rivelò a questa Fanciulla. La Festa del 15 maggio è così la Festa di Maria apparsa per la prima volta in questa Terra d’Amore: Maria della Nuova Gerusalemme, che onoreremo martedì prossimo.

Anche il 13 maggio è un giorno di grazia per questo Luogo. Infatti il 13 maggio 1974, quello stesso anno, la Fanciulla di Dio conobbe Santa Mesia, una martire romana vissuta al tempo della persecuzione dei primi cristiani, che si rivelò a Maria Giuseppina due giorni prima della grande rivelazione di Gesù, di Maria e di S. Michele Arcangelo avvenuta il 15 Maggio, due giorni dopo quel momento. Santa Mesia ha un ruolo importante in questo Mistero. E per volere del Padre è stata unita da cuore a cuore a Maria Giuseppina. E nel Suo Nome il Mistero è.

Oggi, 13 maggio, è anche la ricorrenza della rivelazione di Maria a Fatima, centoun anni fa. Nel 1917 la Vergine Santa a Fatima si manifestò ai pastorelli Francesco, Giacinta e Lucia, affinché il mondo e la Chiesa si allontanassero dal peccato per tornare a vivere il bene, l’unico Bene primario: Dio. Ma anche allora l’appello di Maria non fu ascoltato. Nonostante i segni dati dal Padre, gli uomini non hanno voluto divulgare nella totalità gli avvertimenti delle Vergine Santa, facendo sì che il Suo appello cadesse nel vuoto. Questo è ciò che è avvenuto. Tanti in quest’ultimo secolo sono stati gli appelli e gli avvertimenti della Vergine Maria che sono stati occultati, dimenticati e fatti dimenticare da coloro che per primi avrebbero dovuto fare penitenza e tornare a vivere Dio e far vivere Dio al mondo intero. Paolo VI nel 1972 denunciò con clamore che il fumo di satana era entrato in Vaticano. Il pontificato di Giovanni Paolo I terminò dopo soli trentatré giorni in circostanze oscure. Giovanni Paolo II combatté con tutte le sue forze “la sporcizia” che era dentro la Chiesa di Roma, lasciando a tutti le parole di denuncia (quella parola fu pronunciata in modo fermo, da colui che proclamò quelle meditazioni, il Cardinal Ratzinger, in quella che fu l’ultima Via Crucis, nel 2005, di Giovanni Paolo II). E così fece lo stesso Benedetto XVI all’inizio del suo pontificato, per poi annunciare, l’11 febbraio 2013, la sua rinuncia. Dal Cielo il fulmine dell’ira di Dio si abbatté sulla Cupola della Basilica di San Pietro in quel giorno e di lì a poco gli inferi avrebbero prevalso nel cuore di tanti uomini posti al vertice della chiesa di Roma. Lo Spirito Santo è stato tradito. E il Padre ha ritirato il Suo Spirito da quella realtà.

Senza la reale presenza dello Spirito Santo tutto ora sta precipitando velocemente. L’abominio della desolazione è sempre più manifesto. Ciò che era stato profetizzato dalla Vergine Santa è. Il Vangelo e gli insegnamenti di Cristo sono calpestati e sovvertiti. L’insegnamento oggi ascoltato nel Vangelo di Marco (Mc 15,15-20), che è stato poc’anzi proclamato, è un vivo esempio di tutto ciò. Gesù ha comandato di predicare il Vangelo a tutte le genti, affinché chi crederà e sarà battezzato sarà salvo, ma chi non crederà non sarà salvo: sarà condannato (Mc 16,16). Così è scritto nel Vangelo. A Roma però si insegna a fare il contrario, dicendo che il proselitismo è una solenne sciocchezza; che fare proselitismo è un grosso peccato. E in questo Vangelo il proselitismo è un comandamento di Gesù. E ancora si è detto che tutti sono figli di Dio. E allora io mi chiedo: a che cosa serve il battesimo, se tutti sono figli di Dio e quindi essere cristiani o ebrei o mussulmani o buddisti o induisti può, bene o male, andare comunque bene? E ancora si è detto che l’Alleanza con il popolo ebraico non è mai stata revocata, quando noi sappiamo che una è l’Alleanza che il Padre stabilisce di volta in volta con il Suo popolo. Non vi possono essere contemporaneamente più alleanze. E ancora: che l’inferno non esiste; che non esiste un Dio cattolico; che Cristo non è più la Verità assoluta; che Gesù sulla croce si è fatto “diavolo”, “serpente”, “brutto da fare schifo” – cito testualmente; che “la Via Crucis è la storia del fallimento di Dio”; che la Madonna sotto la croce si sarebbe sentita “ingannata” da Dio Padre. La lista delle blasfemie è lunga e l’elencazione potrebbe continuare.

Ora io mi e vi chiedo: ma che cos’altro dovremmo vedere e ascoltare ancora per comprendere che questi insegnamenti sono anti-cristiani? Come si può rimanere in silenzio di fronte a tutto ciò? Cos’altro dovremmo ancora udire per comprendere ciò che la Vergine Santa ha rivelato? Ciò che ha rivelato è in atto: che la Grande Apostasia della Chiesa di Roma, per tempo e nel tempo annunciata, è sotto gli occhi di tutti. Come tanti stessi appartenenti alla Chiesa di Roma stanno denunciando. Avrete sicuramente sentito in questi giorni la forte e grave denuncia del Cardinale Primate della Chiesa di Roma in Olanda, che ha denunciato ciò che sta avvenendo. Parole forti, le cito: “Osservando che i vescovi e soprattutto il successore di Pietro mancano nel mantenere e trasmettere fedelmente e in unità il deposito della fede, contenuto nella Sacra Tradizione e nella Sacra Scrittura, non posso non pensare all’art 675 del Catechismo della Chiesa Cattolica: «Prima della venuta di Cristo, la Chiesa deve passare attraverso una prova finale che scuoterà la fede di molti credenti. La persecuzione che accompagna il suo pellegrinaggio sulla terra svelerà il mistero di iniquità sotto la forma di un’impostura religiosa che offre agli uomini una soluzione apparente ai loro problemi, al prezzo dell’apostasia della verità». (Card. Eijk, Utrecht, 5 maggio 2018)”

Parole testuali, dove sempre di più si vedono cardinali contro cardinali, vescovi contro vescovi, sacerdoti contro sacerdoti, fratelli contro fratelli, sorelle contro sorelle, così come era stato preannunciato. E l’unità, così come denunciato – parole forti – non vi è più.

Ecco che il Padre per tempo e nel tempo ha preparato in questa Terra d’Amore la strada della salvezza per l’umanità. Il Padre non toglie la libertà agli uomini ma di fronte ad una deliberata volontà degli uomini di distruggere ciò che Gli appartiene, il Padre interviene nella storia per difendere i Suoi figli, non come l’uomo pensa che Dio debba fare ma come Egli, nella Sua Onnipotenza e nella Sua Onniscienza, ha deciso di attuare.

In questi tempi duri e difficili per la cristianità, i veri figli di Dio si affidano nuovamente con fiducia a Maria, la Buona e Tenera Madre, la Regina del Cielo e della Terra, la Madre universale, per rinnovare ancora una volta la consacrazione della propria vita al Suo Cuore Immacolato.

Tutti coloro che vogliono già ora vivere il Cielo, ascendere al Cielo in spirito e cuore, vengano qui, in questa Terra d’Amore, per gustare già da ora delle delizie che il Padre ha donato a tutti i Suoi figli in questa Madre Terra, dove sgorgano latte e miele (Es 3,8; Nm 14,8; Dt 6,3; 26,9.15; Sir 46,8; Ger 11,5; Ez 20,6), dove lo Spirito del Cristo Risorto è vivo, dove lo Spirito di Maria attende i Suoi figli, affinché questi figli possano essere curati e ristorati con il Suo balsamo d’Amore per lasciarsi cullare, come un bimbo (Sal 131,2), tra le morbide braccia di Colei che è Madre Fedele. Maria, Madre Chiesa, ora e sempre mi consacro a Te. E così sia.