11 febbraio 2018
Vangelo: Marco, Cap. 2, vv. 13-17
Omelia del Pontefice Samuele
Cari amici, continuiamo il nostro viaggio in questo tempo liturgico dove il vangelo di Marco ci accompagna a meditare gli episodi più significativi della vita di Gesù.
In questo capitolo secondo, oggi meditiamo due episodi in particolare: la chiamata di Matteo, un peccatore che si converte e diventa Apostolo di Gesù (Mc 2,14); e il successivo pasto con i peccatori di Gesù (Mc 2,15), che aiuta a far comprendere il perché Gesù è venuto (Mc 2,17).
Ecco che questi insegnamenti li ritroviamo ancor di più nel cammino che stiamo facendo oggi, per comprendere l’essenza della venuta di Gesù e per comprendere la Sua missione. Gesù viene per chiamare i peccatori. Gesù viene per chiamare coloro che sono lontani da Dio. Gesù viene per donare la Sua infinita misericordia a tutti coloro che, ascoltando la chiamata, Lo seguono, Lo vogliono seguire, indipendentemente da quello che può essere il loro passato.
Questo è l’insegnamento che anche oggi dobbiamo riportare al centro del nostro cammino, del nostro essere Chiesa: questa Chiesa Cristiana Universale, nata per volere del Padre per poter nuovamente andare incontro a tanti che non seguono Gesù, che non vivono i Suoi insegnamenti, che sono lontani da Dio, senza giudicare il loro passato. Ma con amore farci strumenti di Dio, farci strumenti dell’Amore di Dio, per andare incontro a tutti questi fratelli, a tutte queste sorelle che ora più di ieri non vivono più Dio, i Suoi insegnamenti ma vivono altro.
Ecco la missione di questa Chiesa, che torna ad essere centro del cammino di ogni cristiano. Per questo il Padre ha voluto questa Chiesa, affinché questa Chiesa possa, con l’aiuto di tutti coloro che vogliono farne parte, ritornare ad annunciare il Vangelo (Mc 16,15), ad annunciare la Misericordia di Dio (Mc 5,19), che vuole arrivare nel cuore di tutti coloro che non Lo conoscono, Dio; che Lo hanno dimenticato, Dio; o che Lo hanno conosciuto in modo sbagliato, attraverso coloro che non sono riusciti, con il loro esempio, a far comprendere l’Uomo-Dio, perché si sono allontanati dai Suoi insegnamenti. E con il loro esempio hanno allontanato tanti, scandalizzato tanti, che di Dio non vogliono sapere più nulla e di conseguenza che non vogliono sapere più nulla della Chiesa perché non viene vista più come una diretta emanazione di Dio ma viene vista come altro. Ma la Chiesa è fatta di uomini. E quando la Chiesa è animata dallo Spirito che il Padre manda, ecco che gli uomini devono essere esempio dell’Uomo‑Dio Gesù.
Solo così la Chiesa potrà tornare ad essere credibile, anche nei confronti di coloro che non La vogliono vivere, che non vogliono vivere Dio e i Suoi insegnamenti autentici.
Ecco che per fare questo, il cuore deve essere sempre predisposto, per poter dire “sì”, così come Matteo ha detto “sì”. È stato attratto da quell’Uomo. Ha sentito che in quell’Uomo c’era qualcosa di particolare e ha abbandonato il suo lavoro; ha abbandonato le sue comodità; si è messo completamente in gioco e in discussione, attirandosi le critiche di tanti, di tutti coloro che in quel momento lo frequentavano, per aver fatto una scelta irrazionale.
Ma nel momento in cui le corde del cuore vibrano, nel momento in cui tocchi con mano la misericordia di Dio, non ti importa del giudizio degli uomini ma alzi gli occhi al Cielo per seguire quella Luce che vedi fulgida di fronte a te. Ed ecco che la vita cambia. Nel momento in cui il cuore si apre e quelle parole entrano e riscaldano il cuore, la tua vita cambia.
Ecco ciò che tanti hanno provato in questo Luogo Santo, in questa Culla del Bambino Gesù. Non da oggi, non da ieri ma da quando questa Culla ha aperto le porte per poter attrarre a sé tante persone che nel corso degli anni hanno toccato con mano la veridicità di tutto ciò che Gesù, tramite la Sua Donna, tramite il Suo Strumento prediletto, ha portato nel cuore di tanti.
Ecco che siamo qui per testimoniare tutto ciò che abbiamo vissuto, toccato con mano e per, ora, portarlo a tanti, a tanti e a tanti altri ancora. Ora a maggior ragione che, essendo Chiesa, ancor di più, con più efficacia, possiamo fare questo.
Non pretendiamo che tutti quanti amino questa Chiesa, accettino questa Chiesa. La libertà è libertà. Ma ciò che pretendiamo è il rispetto che si deve anche per questa Chiesa e per tutti coloro che hanno fatto questa scelta. Questo sì. Istituzioni, Privati, Cittadini, affinché ognuno nella libertà possa fare la propria scelta. Ma il rispetto non deve mai venire meno. La correttezza, anche nel giudizio, non deve mai venire meno.
Il Padre ha voluto questa Chiesa per riportare al centro gli insegnamenti di Gesù. Questo ciò che ci anima. Per dar la possibilità a tanti che vogliono rimanere cristiani, di poter continuare a seguire questo cammino.
Tanti ricordano che nel giorno di oggi del 2013, colui che era Pontefice della Chiesa di Roma, abdicò, rinunciò alla chiamata. In questo stesso giorno, in questo 11 febbraio.
Io non voglio giudicare l’uomo che ha cercato con tutte le sue forze di fare il possibile per tenere in equilibrio e in vita quella barca che stava affondando perché preda di colpi che arrivavano da tutte le parti, ma sicuramente anche questo breve lasso di tempo della storia ci ha fatto comprendere che cosa è successo dopo. Si è andati di male in peggio.
Non era semplice mantenere il timone di quella barca allora. E quell’uomo denunciò con tutte le sue forze le difficoltà che vi erano, che si dovevano affrontare: scandali, di ogni tipo. E non abdicò perché malato, ma perché disse: “io non ce la faccio più”.
Non sempre è facile dire “sì” alla chiamata e mantenere confermare il “sì” anche e soprattutto durante le difficoltà, durante la tempesta.
Ma l’esempio, per noi tutti che l’abbiamo conosciuta profondamente, lo dona questa Donna che vedete qui di fronte a voi: la Donna, Maria Giuseppina, che nonostante le difficoltà e le tempeste che ha dovuto affrontare, ha sempre rinnovato il suo “sì” alla chiamata ricevuta ed è andata avanti fino in fondo, fino all’ultima stilla di Amore, che ha donato a ciascuno di noi, fino a quel 5 luglio 2008 quando il Padre (e non Lei) L’ha chiamata. Lei non si è mai chiamata fuori, nonostante le difficoltà fossero aspre; interne ed esterne. Così come avviene per tutti coloro che sono chiamati da Dio. Nulla è facile nel cammino cristiano. Ma chi è animato da quei sentimenti vivi di voler servire il Padre fino alla fine, avanza fino in fondo, anche andando oltre alle difficoltà.
Perciò il Padre ha voluto questa Chiesa, fondata sugli insegnamenti di Gesù, guidata dal fulgido esempio di Maria e, sicuramente per tutti quanti noi, dall’esempio di questa Donna, che ci ha aiutato a comprendere come affrontare ogni situazione, bella e meno bella, di gioia e di prova.
Per questo siamo qui: perché vogliamo testimoniare con la nostra vita e con il nostro esempio di vita, ciò che Ella ci ha insegnato. E mai rinunceremo alla chiamata ricevuta, nonostante le difficoltà che potremmo incontrare nel nostro cammino, nonostante le calunnie e le menzogne che possono infangare il cammino dei figli di Dio. Andiamo ben oltre tutto ciò.
Ecco perché tanti stanno testimoniando, personalmente, tutto ciò che si è ricevuto, che si è vissuto. E questo, ancor di più, dà la possibilità a tanti che non conoscono, di conoscere questa Chiesa, nell’attesa e nell’auspicio che altri possano di persona arrivare, toccare, vedere, comprendere e decidere.
Sempre testimonieremo la nostra fede e ancor di più manifesteremo le grazie ricevute, soprattutto in questo tempo, per dimostrare la continuità dell’opera di Dio e dello Spirito di Dio in questa realtà, per far comprendere a tutti l’unicità del Progetto di Dio (At 1,8). Ecco che tanti già stanno manifestando e testimoniando le grazie ricevute, i segni ricevuti. Bene tutto ciò. Per dare la possibilità a tutti, anche attraverso i segni che il Padre ha donato in questa Terra, di comprendere l’intervento divino nella storia, nell’umanità, per evitare che la cristianità cadesse nel baratro a seguito anche di questi avvenimenti citati, perché dal 13 marzo del 2013 le cose sono precipitate definitivamente.
Tanti ricordano il fulmine che dal cielo si abbatté sulla cupola della Basilica simbolo di quella realtà, per far comprendere anche il segno del Cielo rispetto a ciò che da quel momento in poi sarebbe avvenuto. E ora è sotto gli occhi di tutti tutto ciò che sta avvenendo.
Ecco perché poi il Padre ha accelerato e ha voluto la Sua Chiesa. Perché la Chiesa di Cristo sempre vi sarà: vi era e vi sarà. La Chiesa animata dallo Spirito del Padre. Dove vi è lo Spirito del Padre, vi è la Chiesa di Cristo (Rm 8,11). Dove il Padre ritira il Suo Spirito, non vi è più “Chiesa di Cristo” ma vi è semplicemente “chiesa di uomini” (Rm 8,9b).
Ecco perché i segni, che nel frattempo sempre si manifesteranno, daranno la possibilità agli uomini animati dalla buona volontà di comprendere, conoscere, capire e scegliere, in piena libertà (Mc 16,17-18). Questo è il rispetto che chiediamo come Chiesa. Per dare la possibilità a tutti di poter intraprendere questo cammino.
Gesù è venuto per salvare i peccatori, per aiutare i peccatori (Mt 9,13b; Mc 2,17b). Già allora la setta dei farisei, così come è scritto nel Vangelo di Marco (Mc 2,16), si opponeva a tutto ciò che quell’Uomo faceva, dall’inizio alla fine. Lo stiamo vedendo in queste pagine del Vangelo di Marco che abbiamo iniziato dall’inizio e stiamo meditando per arrivare fino alla fine. Così faremo in tutto quest’anno. Ma dall’inizio abbiamo visto che tutto ciò che Gesù faceva, puntualmente veniva criticato e condannato da quei sacerdoti. Tutto. Dall’inizio alla fine. Perché erano prevenuti, perché Lo avevano già giudicato. Non erano aperti alla manifestazione di Dio. Dicevano che aspettavano il Messia. Ma Lo volevano a modo loro, il Messia. Ma non si può frapporsi tra il Progetto del Padre e il proprio, degli uomini. Gli uomini devono avere l’umiltà, pur non capendo, di aprire il cuore e lasciare che il Padre svolga il proprio Progetto e poi, nella libertà che viene accordata, decidere se accettarlo oppure no. Ma non condannarlo a priori. Questo non va bene.
Oggi è un’altra ricorrenza importante. Per i veri cristiani è vivo il ricordo dell’apparizione della Vergine a Lourdes. E anche questo è un momento fondamentale della storia del cristianesimo, perché la Vergine si volle rivelare come l’“Immacolata Concezione”: un qualcosa di nuovo per quel tempo e ancora per questo tempo, perché è un Mistero per tanti rimasto tale. E lo è, un Mistero, quello dell’Immacolata Concezione. Così come è un Mistero quello della Trinità: lo si accetta per fede ma difficile sondarlo con la ragione, scandagliare questo Mistero con la ragione. Lo si accoglie per fede, perché i Misteri di Dio sono spesso incomprensibili, inaccessibili alla mente umana, perché così vuole il Padre. Ma nel momento in cui ci si fa piccoli, si apre il cuore all’azione dello Spirito, il Padre rivela ai Suoi piccoli, così come Gesù dice nel Vangelo, tutto ciò che è nel Suo Cuore.
I sapienti, i dotti, coloro che ritengono sempre di sapere tutto, mai comprenderanno i misteri di Dio (Lc 10,21). Ma i piccoli, i semplici, gli umili, sono sempre stati coinvolti nei più grandi passaggi della storia di Dio, a partire dalla natività, di Gesù (Lc 2,15), fino agli ultimi momenti della Sua vita terrena (Gv 19,25).
E così è per tutti quanti noi che siamo stati chiamati, per grazia, a vivere questo Mistero Divino: più ci si fa piccoli, più ci si fa umili, più ci si abbandona, senza pretendere di voler capire e sapere tutto e subito e più il Padre ci fa comprendere i Suoi Misteri. Il Mistero dell’Immacolata Concezione: Colei che per grazia è stata preservata dal peccato originale. La tutta pura, la tutta bella, una grazia speciale di Dio per Colei che avrebbe dovuto generare il Salvatore. Grande Mistero.
Eppure quella rivelazione è stata fortemente contrastata anche allora. Quella giovane fanciulla ne ha dovute passare tante, di prove. Questa è la storia di Dio. E la storia è madre e maestra, mater et magistra. E dalla storia dobbiamo imparare, per poter vivere, nella santità, gli avvenimenti di oggi che contraddistinguono il nostro cammino.
Affidiamoci ancora una volta alla Vergine Santa, all’ Immacolata. Affidiamo al Suo Cuore tutto ciò che è nel nostro cuore, per poter continuare il nostro cammino di “Chiesa” e per poter, come membra vive di questo unico Corpo Mistico, che è Chiesa, essere ancora più uniti che mai (Rm 12, 4-5). Un corpo non deve avere membra malate ma deve avere membra vive. Gesù dice: “Se un membro è occasione di scandalo, taglialo” (Mt 18,8-9). Ma il corpo deve essere preservato. Così questa Chiesa fa e sempre farà. Si prova a curare ma dove la cura non produce effetto, meglio tagliare: importante è che il Corpo rimanga unito e le membra tra di loro vivano in armonia, nella viva preghiera e nella vera fratellanza. E comprendendo questo, ancora più unito il Corpo sarà e non temerà di dover affrontare nulla. Sarà unito nella gioia e sarà unito nella prova. Così come deve essere in ogni vera famiglia, spirituale. Così come ci viviamo come Chiesa: Famiglia, Corpo Mistico di Cristo.
La Vergine Santa protegga questa Chiesa. Al Suo Cuore Immacolato ognuno di noi è consacrato. E al Cuore del Padre ognuno di noi nuovamente si affida e si consacra, per poter, da veri figli, onorare il Suo Nome e chiedere al Padre tutto ciò che ci anima, così come ogni figlio fa – o dovrebbe fare – con il proprio padre: affidarsi nella totalità affinché il Padre possa proteggere ogni figlio e intervenire quando necessario.
L’Immacolata dello Spirito Santo protegga il cammino di questa Chiesa e di tutti noi Suoi figli, per poterci aiutare ad essere fedeli alla chiamata, rispondere “sì” prontamente e rinnovare il “sì” ogni giorno senza mai rinunciare alla chiamata ricevuta, per poter fino in fondo dare il proprio contributo al trionfo del Piano di Amore e di Redenzione che il Padre vuole portare a compimento tramite questa Santa Madre Chiesa. E così sia.