3a Domenica di Pasqua
15 aprile 2018
Matrimonio di Vittorio e Daniela
Vangelo: Giovanni, Cap. 15, vv. 9-17
Omelia del Pontefice Samuele
Questa pagina del Vangelo (Gv 15,9-17) che è stata ora proclamata ci porta al cuore dell’insegnamento di Gesù. Ci porta dritti al centro di quello che è il Suo insegnamento: l’Amore. Il cosiddetto comandamento dell’amore. L’Amore che anima Gesù, ha animato Gesù, e che ci anima nel seguire Gesù e nel fare fino in fondo la Sua volontà. Ecco quell’amore che, se portato avanti, se vissuto nella totalità, porterà frutto in abbondanza. «Rimanete nel Mio Amore. Come il Padre ha amato Me così anche Io ho amato voi. Se osserverete i Miei comandamenti rimarrete nel Mio Amore, come Io ho osservato i comandamenti del Padre Mio e rimango nel Suo Amore. Questo vi ho detto perché la Mia Gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena» (Gv 15, 9-11).
Ecco come vivere la gioia rimanendo uniti a Gesù, al Suo Cuore, e rimanendo uniti l’un l’altro in quell’amore sponsale che oggi celebriamo.
Ecco Vittorio, ecco Daniela, che sono qui oggi insieme a tutti quanti voi per poter proclamare questo amore. Un amore che li ha portati a fare questo cammino e a poter essere qui in questo giorno santo per poter manifestare questo desiderio di amarsi l’un l’altro in Gesù. Si sono ritrovati nell’amore verso questo Dio che è sceso in questa Terra d’Amore e grazie a questo amore ecco il loro essere qui, ora, per potersi promettere amore l’uno verso l’altra, l’altra verso l’uno, per sempre, accogliendo questa sfida, perché sposarsi oggi in questi tempi duri e difficili è una sfida. Tanti non si sposano più, tanti preferiscono convivere, perché non sanno quello che li attenderà. E quindi per paura e per timore di affrontare ciò che non si conosce si preferisce prendere tempo e andare avanti senza impegnarsi, di fronte a Dio e di fronte anche al popolo.
Vittorio e Daniela hanno fatto una scelta diversa: vogliono impegnarsi. Si sono già impegnati. Stanno svolgendo questo cammino da tempo, un cammino che li ha portati sempre più a vivere Gesù e l’Amore di Gesù, e in questo Amore si sono trovati, ri-trovati, per potersi, ora, promettere un amore eterno, una fedeltà eterna. E questa promessa, la fanno consapevoli del sentimento che provano l’un l’altro, ma soprattutto consapevoli del sentimento che l’uno e l’altra provano verso Gesù. Ecco allora il poggiare questo sentimento sulla Roccia (Mt 7,24): Cristo; sulla Pietra (Mt 21,42; Mc 12,10; Lc 20,17): Cristo; sicuri che appoggiandosi a Cristo, aggrappandosi a Cristo, ogni prova si supererà, anche quelle che ora non si possono prevedere. Ecco l’amore cristiano, ecco l’amore dei figli di Dio, che sono pronti ad accogliere questa sfida per poter portare frutto.
Ecco l’amore fedele che porta frutto, non apparenza. E questa è la sfida che prima di tutti ha voluto portare avanti Colei che tutti quanti amiamo, alla Quale guardiamo, che ha accolto nel Suo Cuore Puro l’Amore fatto Persona: Gesù. Lo ha saputo custodire nel Suo Cuore di Donna, di Madre, per poterLo donare a tutti coloro che nel tempo sono accorsi in questo Luogo Santo per poter attingere dal Suo Cuore questo Amore verso Gesù, che il Padre ha mandato in questo Luogo per poter ridonare l’Amore nel mondo: un mondo che sempre più lo aveva perso, già allora. 1947: tempi duri e difficili. Chi ha vissuto quei giorni e quegli anni ben conosce le difficoltà che il popolo di Dio, che gli uomini hanno dovuto affrontare a causa della grande guerra. Ma i tempi successivi sono stati tempi non meno difficili.
Ecco che il Padre ha preparato il Suo popolo, preparando il Cuore di Questa Fanciulla per far si che l’amore verso il Suo Cuore non venisse mai meno.
Il Padre aveva avvisato nel tempo che sarebbero arrivati tempi duri e difficili per la cristianità. Tanti ricordano i messaggi che il Padre, tramite la Madre, Maria, ha mandato nel mondo, affinché i figli si convertissero prima che fosse troppo tardi. Già Papa Paolo VI, a quel tempo, aveva parlato del “fumo di satana” che era entrato in quella sede, in quella casa; aveva denunciato con forza che stava succedendo qualcosa che non doveva succedere. Ma nonostante ciò questi… annunci sono rimasti inascoltati. E il Padre ha continuato ad amare i Suoi figli.
Ecco che in questa Terra d’Amore il Padre ha preparato la via per il Suo popolo (Is 35,8), che nel frattempo sempre più numeroso è arrivato. E tanti, tanti, tanti hanno scoperto, ri-scoperto, l’Amore, quell’Amore che Gesù – tramite Colei, Strumento privilegiato, che era stata chiamata a fare ciò – ha donato a tanti; e direttamente, manifestandosi. Tanti hanno toccato con mano la presenza di Gesù in questo Luogo. Tanti hanno sperimentato il Suo Vivo Amore, la Sua Viva Grazia: tanti sono i segni che sono stati donati, elargiti in questo luogo santo per dare conferma della presenza di Gesù e del Suo Spirito in questo Luogo (Mt 7,16-20). E tanti sono tornati a vivere la vera fede. Tanti hanno cambiato vita e tanti hanno portato frutto. E questo è ciò che oggi conta. Non l’apparenza, di chi dice “Signore, Signore”, di chi dice “Io credo”, ma non fa la volontà del Signore (Mt 7,21). Ciò che conta è chi porta frutto, è esempio, questo è quello che tutti quanti dobbiamo guardare.
Vittorio e Daniela sono frutto di questo Amore, si sono conosciuti in questo Luogo Santo. Hanno camminato mano nella mano in questo Luogo Santo, si sono ritrovati nell’Amore di Gesù, prima ancora che nell’amore che ora li porta, da uomo e da donna, a camminare insieme. Questo deve essere per tanti il segno, così come già detto, il frutto dell’Opera di Dio (Gv 6,29). Se non fosse opera di Dio non sarebbero qui. Se lo Spirito di Dio non fosse presente in questo Luogo tutto ciò non potrebbe avvenire.
Ed ecco che insieme a loro vi sono altri frutti dell’Amore di Dio, che sono proprio a fianco e di Vittorio e di Daniela. E cosi tanti altri, frutti dell’Amore che il Padre ha voluto donare tramite questo Luogo Santo. Ecco l’amore sponsale che genera altri frutti. Ecco che tocchiamo con mano l’Amore di Dio, che è vivo e presente in questo Luogo d’Amore. Ecco perché a tanti in questo giorno dico: «Non abbiate paura di venire e vedere, così come tanti prima facevano. Non vi fate intimorire da chi dice senza sapere, da chi proclama cose non vere. Non abbiate paura di vivere l’Amore di Dio che in questa Terra d’Amore è vivo, che il Padre ha voluto donare a questa umanità arida e smarrita, che ha perso la Via, Cristo; che non conosce più la Verità, di Cristo; che non vive più la Vita Vera, che solo Cristo ti può donare (Gv 14,6)».
Alcuni sono rimasti e dicono “Signore, Signore”, ma non fanno la volontà del Signore. Lo dicono ma non lo fanno. E infatti di fronte alle prime difficoltà si crolla. Non si rimane aggrappati al Signore, non si ha più la forza, né di pregare, né di rimanere anche nella prova con la schiena dritta, a testa alta. Perché è una fede che è diventata debole. E di fronte alla prova crolli.
Altri invece non ne vogliono sapere più nulla, del Signore, perché non toccano più con mano la presenza del Signore, non hanno più esempi di persone, uomini e donne, che portano loro l’esempio di come si vive il Signore.
Ecco quello che siamo chiamati a fare noi come Chiesa: tornare ad essere esempio per far comprendere a tutti l’Amore del Signore. Ecco ciò a cui sono chiamati Vittorio e Daniela; e così tutti quanti noi che oggi rinnoviamo il nostro “sì”, tramite Vittorio e Daniela, per poter amare Dio, amarLo concretamente facendo ogni giorno la volontà del Signore. Ecco i comandamenti richiamati da Gesù in questo brano (Gv 15,10). Chi fa la volontà del Signore rispetta i comandamenti, non perché obbligato a farlo, non perché qualcuno ti dice: «Se non lo fai ti succede qualcosa di brutto»; ma perché lo vuoi fare, perché nel tuo cuore ami il Signore. E quindi questo amore ti porta naturalmente a fare la volontà del Signore, non perché obbligato, ma perché lo desideri. Questa è la differenza che ti fa cambiare passo, che ti fa cambiare vita, che ti fa cambiare la voglia di vivere questa vita; non più di sopravvivere o, come qualcuno dice in gergo dialettale “tirando a campare”. Non è questo vivere Cristo. È vivere la vita con quell’entusiasmo, con quell’amore che ti porta ad affrontare, ogni giorno, ogni prova, sapendo che non sei solo, che Gesù è con te, che l’Amore di Dio cammina a fianco a te, che l’Amore di Dio fatto Persona è vivo: ti segue, ti accompagna, ti sprona, ti esorta, ti ama. E grazie a quell’Amore tu cammini, superi le prove, superi le malattie, superi gli affanni di questa quotidianità. E nella preghiera e nell’unione fraterna ritrovi quella forza quotidiana per poter rinnovare il tuo “sì” ogni giorno all’Amore di Dio (Fil 4,13).
Ecco perché in questo giorno voglio richiamare tutti alla lealtà, affinché ognuno possa essere consapevole di che cosa significa amare Dio e amare i fratelli: non con la bocca, ma con il cuore, per poter far sì che tutti possano sperimentare il vero amore anche fraterno, per poter così ritrovare l’Amore di Dio, affinché tutti coloro che qui arriveranno potranno trovare fratelli veri che si amano veramente, pur comprendendo le difficoltà che possono essere vive nelle singole persone. Mai sparlare del fratello! Mai dire male del fratello! Quello non è amore (cfr. 1Gv 4,20-21). Ma cercare di scusare il fratello, comprendere il fratello: ecco la divina misericordia che si incarna in ciascuno di noi (Mc 11,25; Lc 6,37).
È scritto su quella pietra che Dio Padre ha voluto dettare alla Sua Fanciulla che qui vi è il centro dell’infinita misericordia di Dio. Per questo, questo Santuario è dedicato alla Divina Misericordia. Perché questo è il centro della divina misericordia, dell’infinita misericordia di Dio, quella che porta ciascuno a poter ritrovare l’Amore di Dio nel momento in cui con cuore sincero e con cuore aperto ci si accosta a questo luogo per poter chiedere a Dio misericordia e poter ripartire forti di questo Amore.
Ecco ciò che il Padre ci chiede di vivere in questo Luogo Santo.
«Venite tutti voi piccoli, accorrete, per poter sperimentare la misericordia di Dio!» (Mi 4,2).
«Venite senza paura, abbracciate l’Amore di Dio che qui è vivo!» (Mt 11,28).
«Toccate con mano l’infinita misericordia del Padre, che in questa Terra d’Amore si manifesta, per donare a tutti i Suoi figli il Suo Amore: un Amore vivo, totale!» (Eb 4,16).
Questo è l’invito che anche oggi rinnoviamo, in questo giorno in cui questa Chiesa, ancora una volta è in festa, grazie al “sì” che Vittorio e Daniela si apprestano a rinnovare: a confermarsi, affinché questo amore possa essere di esempio per tanti altri giovani che vogliono ritrovarsi in Dio e vogliono mettere al primo posto l’unico Bene primario: Dio. E così sia.