1ª Domenica di Quaresima

18 febbraio 2018

Vangelo: Marco, Cap. 1, vv. 12-15
Omelia del Pontefice Samuele

Viviamo oggi questa prima domenica di Quaresima, tempo di grazia per ogni figlio di Dio e tempo in cui la misericordia del Padre è viva, particolarmente viva, per poter abbracciare ogni figlio che vuole ritornare al Suo Cuore e ogni uomo e donna che, animato dalla buona volontà, Lo cerca con cuore sincero.

Quindi è un tempo di grazia, quello che stiamo vivendo. E l’invito che vi rivolgo è quello di poterlo vivere con intensità, questo tempo di grazia, per poter tornare a vivere con intensità la preghiera, (così come, come Chiesa, in questo periodo stiamo cercando di far fare a tutti i nostri fedeli, a coloro che ci seguono) per far sì che la preghiera possa tornare al centro della quotidianità di ogni cristiano, soprattutto in questo tempo, rinunciando a tante piccole cose che possono essere, per questo tempo, lasciate un po’ in disparte e poter riportare al centro l’unico bene primario: Dio.

Questo per ogni cristiano, per ogni credente. E per tutti coloro che ancora non sono cristiani, che non credono nel Dio uno e trino, che nel Figlio si manifesta: ecco l’invito di poter, sempre di più, accostarsi per cercare la verità, sapendo che “chi cerca trova”, “a chi bussa sarà aperto” (Mt 7,8; Lc 11,10). Questo ce lo dice Gesù. E di Gesù ci possiamo fidare, ci dobbiamo fidare.

Ecco che il brano del vangelo di oggi (cfr. Mc 1,12-15), tratto dall’Evangelista Marco, molto sintetico e molto puntuale, ci porta a vivere il momento in cui Gesù è nel deserto, sospinto dallo Spirito, per poter rimanervi 40 giorni e nello stesso tempo resistere alle tentazioni di satana. Gesù, vero uomo e vero Dio, fa quello che ogni uomo e ogni figlio di Dio sperimenta, la tentazione del nemico di Dio che cerca di arrivare puntuale per distoglierci dal fare la volontà di Dio.

Ecco allora che sull’esempio di Gesù ognuno di noi farà ugualmente, cercando di resistere ad ogni tentazione, per poter far sì che lo spirito si fortifichi e si esca da questo periodo ancora più rafforzati nella fede; e poter sperimentare fino in fondo la misericordia di Dio, l’Amore di Dio, che noi in questa Terra abbiamo sperimentato e stiamo continuando a sperimentare.

Ecco la Terra d’Amore, così chiamata, che il Padre ha voluto donarci e donare all’umanità. Ecco l’essenza di questo Luogo, che va compreso bene: luogo dove si manifesta l’infinita misericordia di Dio, dove circola l’Amore di Dio, dove l’Amore di Dio è vivo. Ecco l’essenza di questo Luogo. E questa è l’essenza del Progetto del Padre che in questo Luogo si è voluto manifestare, manifestandosi e rivelandosi alla Fanciulla di Dio e a tanti figli che hanno potuto sperimentare e toccare con mano la Sua viva presenza, la Sua viva azione di Padre, di Figlio e di Spirito Santo.

Ecco le grazie che tanti hanno sperimentato e stanno sperimentando, quale segno della misericordia di Dio che tocca il cuore di tutti coloro che, a cuor sincero, si accostano, lo cercano. Ecco l’Amore che circola in questa Terra: l’Amore di un Padre che sempre più vuol far comprendere ai figli quel legame, quella figliolanza (1Gv 3,1), che ci caratterizza, affinché ognuno possa sentire viva questa figliolanza, questo legame, tra Padre e figli. Un legame che nel Figlio si manifesta, nell’Unigenito Figlio di Dio, nell’Unico Figlio del Padre Gesù; e che ci porta ancor di più a contemplare il mistero di Maria, al cui Cuore tutti quanti siamo consacrati.

Questa Chiesa, Madre Chiesa, nasce per volere del Padre e ogni figlio che vi appartiene ben è consapevole del legame che ci lega al Cuore Immacolato di Maria, di quel vincolo santo che ci unisce per scelta, per libertà, per volontà, al Suo Cuore Immacolato: quella consacrazione fatta, che rinnoviamo periodicamente, al Suo Cuore di Madre, a questo Cuore puro. L’Immacolata, Colei che ha generato l’Immacolato, Gesù, il Santo dei Santi, che manifesta la viva presenza del Padre e che ci porta a comprendere e a vivere la Sua Verità.

Ecco che in questo tempo di grazia dobbiamo tornare a proclamare questa Verità, incarnandoLa con l’esempio e proclamandoLa in ogni modo. Questo non significa essere radicali o, peggio ancora, estremisti, come qualcuno vorrebbe far credere. Perché viviamo un tempo storico dove i cristiani che vogliono rimanere autentici vengono immediatamente “bollati” come estremisti. Chi vuole rimettere al centro Cristo, proclamando che Cristo è l’unica Verità, assoluta, per la quale vale la pena vivere… immediatamente si è additati come coloro che sono intransigenti, come coloro che non rispettano le confessioni religiose altrui. Ma non è così! Questo è il tempo in cui i veri cristiani devono far sentire la propria voce, per proclamare al mondo intero che Cristo è la Verità assoluta, unica Verità. Questo il Padre ci chiede di fare in questa Terra d’Amore. Solo così potremo accogliere tutti coloro che sono alla ricerca della Verità, per non donare loro una Verità annacquata, ma viva, vera.

Il Vangelo ci parla anche di Giovanni: “dopo che Giovanni fu arrestato” (Mc 1,14). Giovanni è stato arrestato per il suo voler proclamare la Verità; Giovanni non ha avuto timore di proclamare la verità. Non era un personaggio comodo Giovanni. Per tanti è stato un personaggio scomodo, per quel tempo, eppure per altri tempi. Tutt’oggi e tuttora, Giovanni viene attaccato, in certe omelie, che sarebbe meglio non ascoltare, fatte in altre case, in altri cortili, dove i santi più forti della cristianità vengono additati e ridicolizzati. Il “buio di Giovanni”, così si dice. Ma quale buio? Che buio ha vissuto Giovanni? Giovanni è rimasto fedele fino in fondo e, per difendere la Verità, si è fatto arrestare, ed è finito come tutti sappiamo, pur di difendere la Verità. Questo è l’esempio che a noi piace incarnare. Questi sono i santi della storia di Dio che vogliamo far rivivere in questa Chiesa. Gesù, di Giovanni, disse che tra i nati di donna è stato il più grande (Mt 11,11; Lc 7,28).

Dobbiamo ritornare all’essenza del Vangelo. San Francesco ha sfidato il sultano pur di portare… – il vero San Francesco, San Francesco d’Assisi – pur di portare il cristianesimo in quella terra. Non rimproverava gli altri che proclamavano il Vangelo e la Verità del Vangelo; non rimproverava i cristiani che volevano rimanere tali. Ora si fa il contrario: chi vuole rimanere cristiano viene additato e ridicolizzato; chi invece non vive il cristianesimo o chi vive altre confessioni religiose… per costoro le porte si aprono. Non è così che si testimonia la Verità. Non è questo che il Padre desidera.

Noi siamo testimoni del vivo Amore del Padre. E questo amore vogliamo far conoscere a tutti, affinché ognuno, nella libertà, sia libero di accogliere o di non accogliere. Ecco la libertà che viene donata a ciascun figlio di Dio.

Ecco questo tempo di quaresima, tempo di grazia per poter tornare a vivere il Vangelo nella sua essenza e nella sua sostanza, per poter rimettere al centro Dio, il Figlio di Dio, la Madre di Dio; e non lasciarsi deviare le coscienze da chi propina una verità che non è la verità assoluta, ma è una verità relativa, dove ognuno può portare la propria verità, dove la verità si cambia a seconda delle convenienze e delle circostanze. Cristo è Verità assoluta (Gv 14, 6a).

Ecco ciò a cui dobbiamo tornare in questo tempo; con umiltà continuare a camminare, ma a testa alta vi dico, con viva dignità, perché la dignità dei figli di Dio non può essere calpestata da nessuno. E non vi fate impressionare da chi alza la voce, da chi forte, per sentirsi “coperto”, come si suol dire, con le spalle coperte, si permette di alzare la voce, gridando. Ma la Verità non si grida. La Verità va incarnata, vissuta, manifestata. Questo dobbiamo fare come veri figli di Dio. E questo darà la possibilità a tanti che non conoscono il vero Dio di arrivare, toccare con mano l’amore di Dio, toccare con mano la misericordia di Dio.

I cristiani non sono “umiliati”, come qualcun altro ha proclamato. Umili (1Pt 5,5b), ma non umiliati; dignitosi i cristiani. Dobbiamo recuperare quel senso di appartenenza alla comunità cristiana, non lasciarci sciogliere per confluire in qualcosa di diverso, solo perché, così, tanti vorrebbero far andare i cristiani in quella direzione. Noi vogliamo rimanere “cristiani” e poter continuare a vivere l’autenticità cristiana; non trovarci improvvisamente ad essere confluiti in una “nuova chiesa”, perché di questo si tratta, a vocazione mondiale, che vorrebbe abbracciare tutto e tutti, indistintamente, al grido di: “tutti siamo figli di Dio”. No! Chi riconosce Cristo, come Dio, è figlio di Dio (Gv 1,12); le altre sono creature, che vanno amate, comprese, aiutate. Ma non si può appiattire tutto. Non è questo il tempo. Questo è il tempo della verità. Per rimanere fedeli alla verità, così come Giovanni ha fatto, per poter ascoltare e comprendere le parole che Gesù, al termine di questa pagina di Vangelo oggi proclamata, fa echeggiare nel nostro cuore: «Il tempo è compiuto e il Regno di Dio è vicino; convertitevi e credete al vangelo» (Mc 1,15). “Il tempo è compiuto”: viviamo questo tempo, pieno. «Il Regno di Dio è vicino». Io vi dico: è qui. Il Padre ha stabilito qui la Sua Dimora (Ap 21,3). Ha mandato il Suo Spirito e l’azione del Suo Spirito è viva. Tanti vorrebbero far fermare l’azione dello Spirito a quel tempo. Che fine ha fatto lo Spirito? Che fine avrebbe fatto lo Spirito Santo? Messo in una bella gabbietta? Una “Colomba” messa nella gabbia? Lo Spirito Santo è vivo ed è libero di circolare dove e come vuole. E ha sempre accompagnato i figli di Dio nella storia.

Il Padre ha fatto scendere qui il Suo Spirito, in questa Terra, in questa Terra d’Amore, per potersi manifestare, per dar la possibilità ai Suoi figli di non essere più schiavi, nuovamente schiavi (Rm 8,15). Non più! Ma liberi di poter proclamare la verità. Liberi di poter annunciare Cristo e rimetterLo al centro. Senza paura di dover parlare; senza paura che qualcuno, dall’alto della gerarchia, ti possa rimproverare semplicemente perché vuoi proclamare Cristo Via, Verità e Vita, perché vuoi proclamare il Dio cattolico, perché in un’altra realtà si dice che non esiste il Dio cattolico.

Ecco perché lo Spirito del Padre è sceso in questa Terra: per dare la possibilità ai figli di tornare ad essere liberi e poter vivere il proprio essere cristiani in grazia di Dio. E poter dire al mondo: «attenzione»: stiamo vivendo la pienezza dei tempi; e nello stesso tempo dire: «il Regno è vicino, è qui: venite accorrete, abbeveratevi dalla fonte viva; lasciatevi amare da questo Padre che nella Sua infinita misericordia vuole accoglierci».

Ecco la Verità di questa Terra d’Amore, che sempre proclameremo a tutti. Ecco perché dobbiamo tornare ad essere esempio di cristiani autentici, rimettendo al centro i Dieci Comandamenti (De 5, 6-21; Mt 19,17; Gv 14,21) e gli insegnamenti di Gesù (Mc 8,35; Mc 16,15-16), perché tramite questo ci si salva.

Non ascoltate le fantasie di chi vorrebbe far apparire questa Chiesa come un “circolo chiuso”. Non si vorrebbe neppure far parlare i ministri di questa Chiesa, neppure quando chiamati a farlo, perché con arroganza si spegne la loro voce per dire: «No, questo no!» Ma perché: «Questo no?!». Semplicemente perché si dice: «Guardate che in un’altra casa, quando Gesù era sulla croce, è stato detto che era “brutto da fare schifo”, perché era come un “serpente”, “brutto”». E poi ad affannarsi a spiegare che in realtà quella era l’immagine di Mosè che alzava il serpente… Tutto quello che vogliamo. La Scrittura (con umiltà) la conosciamo un po’ tutti. Ma se anche Mosè ha alzato il serpente… ma tu ti puoi permettere – di Gesù! – di dire – di Gesù! – che è “brutto da fare schifo”? Ma tu, cristiano…; ma potrai mai dire una cosa del genere?! Potrai dire che Gesù sulla croce si è “fatto diavolo”?! Ma è una cosa che ti fa urlare. Questo sì! Ma come si fa a rimanere indifferenti?! Però gli altri non vogliono che si dicano queste cose, perché tante persone non le conoscono. Allora si alza la voce per coprire la voce di chi vorrebbe, con educazione, calma, parlare, per poter non far ascoltare gli altri e dire: “bestemmia”. Nessuna bestemmia. Si sta semplicemente dicendo che le bestemmie, forse, vengono proferite altrove, non qui.

Ecco l’autenticità cristiana che dobbiamo recuperare. Ecco la dignità cristiana che nessuno deve poterci togliere. Questo è un tempo di grazia, è un tempo dove dobbiamo intensificare la preghiera. È un tempo dove dobbiamo incarnare quella vera fratellanza, che da veri fratelli e da vere sorelle, da veri figli di Dio, dobbiamo vivere gli uni gli altri, solo così questa Chiesa potrà essere conosciuta e non strumentalizzata, fatta apparire per quello che non è.

Questa Chiesa è aperta, apertissima, ora più che mai si apre al mondo. Chi vorrà venire sarà accolto. Questo è ciò che stiamo vivendo e che vivremo in questo tempo, intensamente, per poter rimettere al centro Dio, il bene primario, Cristo, Maria, cardini della cristianità, per comprendere l’unicità e la congiunzione tra Madre e Figlio, Gesù e Maria. Un tema appassionante, per far comprendere ancora di più la grandezza di Maria.

Ho sentito in questi giorni che da altre parti si è detto che bisogna fare attenzione ad innalzare troppo Maria, perché La si potrebbe… mettere troppo in alto. Chi vuole amare Maria, chi vuole bene a Maria, venga qui, venga in questa Chiesa. Non temete. Questa Chiesa, Maria, La mette e La metterà al centro. Il Cuore Immacolato di Maria sarà centro del cammino di tutti noi figli di Dio. Siamo tutti consacrati al Suo Cuore Immacolato. Tutti.

I veri cristiani comprenderanno l’essenza di questa Chiesa e comprenderanno anche ciò che in altre realtà, invece, sta gradualmente ma progressivamente avvenendo. In questo tempo dedicate un po’ di tempo a Dio e all’ascolto. Non demandate ad altri ciò che riguarda la vostra anima: occupatevene in prima persona. Questo è il tempo della quaresima. Lasciate perdere, per quanto possibile, le altre cose della quotidianità, per dedicare un po’ più di tempo a Dio e all’ascolto delle cose di Dio, affinché ognuno possa ben comprendere e discernere e scegliere personalmente.

Questo il mio invito che faccio a tanti, affinché ognuno possa essere consapevole di ciò che fa e di ciò che sceglie. E se trovate un ministro, un pontefice che vi porta a Cristo, in quanto cristiani seguitelo; diversamente io vi dico: «non seguitelo». Un pontefice che non porta a Cristo – di una Chiesa Cristiana – non è un vero pontefice; e così un ministro.

Ci dobbiamo mettere in gioco tutti, per poter dare a tutti la comprensione di che cosa significhi vivere la vera cristianità. Questo è il tempo di quaresima che vogliamo vivere, per poter vivere insieme quel Regno che Gesù ci ha preannunciato e che ora stiamo vivendo (Mc 1,15). E così sia.