4a Domenica di Pasqua

22 aprile 2018

Vangelo: Marco, Cap. 2, vv. 23-28, Cap. 3, vv. 1-6
Omelia del Pontefice Samuele

Viviamo oggi questa domenica del tempo di Pasqua e il brano del Vangelo di Marco ci propone due momenti della vita di Gesù, nei quali il Maestro si scontra con l’ipocrisia e la durezza del cuore dei detentori della legge religiosa dominante a quel tempo.

Nel primo episodio (Mc 2,23-28) Gesù fa comprendere che vi è qualcosa di più grande della legge: l’Opera Sua e la Sua Persona, così come lo stesso Figlio di Dio ha rivelato in questa Terra d’Amore alla Sua Fanciulla, Maria Giuseppina Norcia, Colei che ha incarnato le virtù di Maria, che è l’Opera più bella che il Padre ha donato a tutti noi Suoi figli: Maria. Il Figlio dell’Uomo, il Dio che si fa Persona, è al di sopra della legge umana. Il Figlio dell’Uomo è il legislatore supremo, il Sommo Giudice al Quale ogni uomo e ogni donna deve sottostare, in virtù dell’autorità conferitagli da Dio Padre Onnipotente (At 10,42; 2Tm 4,8).

Gesù si preoccupa della vita dei Suoi Amici, che hanno fame e mangiano le spighe di grano presenti nel campo (Mc 2,23). I detentori della legge li accusano di aver infranto la legge (Mc 2,24). Ma non è così. Gesù fa comprendere che il Figlio dell’Uomo ha autorità su ogni tradizione e su ogni legge umana (Mc 2,28), facendo altresì comprendere, con esempi puntuali e comprensibili alla mente umana, ciò che è bene. La Legge che muove Gesù è quella dell’Amore (1Gv 3,16). Gesù, l’Amore fatto Persona, il Pane vivo disceso dal Cielo (Gv 6,51), è venuto per donare la vita ai Suoi figli, affinché tutti la abbiano e la abbiano in abbondanza (Gv 10,10). Questo desidera Gesù.

L’altro episodio narrato nel Vangelo di Marco è quello dell’uomo guarito in giorno di sabato (Mc 3,1-6). I farisei, i detentori della legge, hanno sfidato Gesù, che voleva aiutare quell’uomo, guarendolo dalla sua sofferenza, per far comprendere al loro cuore che Dio è Amore, che Dio vuole aiutare i Suoi figli, andando oltre la legge umana di quel tempo: una legge sbagliata, fatta di due pesi e di due misure (Pr 20,10), che guardava alla forma e calpestava la sostanza; una legge che non tutelava i figli di Dio ma che veniva applicata a seconda delle convenienze umane. Gesù, con il suo parlare, ha provato a toccare il cuore di quegli uomini ma il loro cuore era chiuso, pieno di orgoglio. Quegli uomini non hanno aperto il cuore al Figlio di Dio e nonostante l’evidenza del miracolo operato da Gesù, sono andati via ancor più incattiviti di prima. Anziché mettersi in discussione per il loro operato iniquo, si sono riuniti con i potenti del mondo (Ap 18,3) per cercare di uccidere Gesù (Mc 3,6).

Quando il cuore è chiuso all’Amore diviene insensibile al Bene e alla Vita; e anche di fronte all’evidenza, si continua a negare, ostinandosi a sostenere le proprie tesi, anche quando sono in tutta evidenza sbagliate e contradditorie, disumane e illegittime.

Quello che è successo allora al tempo di Gesù non è lontano da ciò che stiamo vivendo oggi. Anzi, ci sembra di rivivere gli stessi tempi. In questi giorni l’umanità intera è scossa da ciò che sta avvenendo a Liverpool, in Inghilterra, dove un piccolo bimbo innocente di neanche due anni, Alfie Evans, è stato condannato a morte dai medici di un ospedale in cui è rinchiuso da mesi e dai giudici, di ogni ordine e grado, della Gran Bretagna che hanno deciso che, per il bene del bambino (che è affetto da una grave malattia che non è stata diagnosticata con certezza) è meglio staccare la spina del macchinario che lo tiene in vita. Secondo i medici ed i giudici, per il suo bene, domani 23 aprile Alfie deve morire.

Ciò che è sconcertante e al tempo stesso tempo illogico e disumano è che ai genitori del piccolo Alfie, Thomas e Kate, è negato il diritto di trasferire il proprio bambino in altri ospedali, che si sono resi disponibili ad accogliere e a curare il piccolo Alfie, perché per i medici dell’ospedale di Liverpool il trasferimento in un altro ospedale potrebbe “nuocere” al bambino. Quindi l’unica soluzione, per il bene di tutti, è quella di far morire il piccolo Alfie Evans.

I Giudici inglesi hanno sentenziato che la vita del piccolo Alfie è divenuta “inutile” e che i medici dell’ospedale di Liverpool hanno diritto ad uccidere il bimbo. Mentre i genitori non hanno il diritto a provare a curare il proprio figlio altrove, dove più ospedali, in Italia e nel mondo, si sono messi a disposizione per trasferirlo e curarlo nelle proprie strutture, che sono all’avanguardia in tali patologie mediche. Ma la decisione dei medici dell’ospedale di Liverpool, supportata dal giudizio dei Giudici di ogni ordine e grado della Gran Bretagna, è irremovibile. Il bene di Alfie è morire.

Questa è la cosiddetta “civiltà” di oggi. Questo è il nuovo umanesimo, che scarta Dio e le Sue Leggi per mettere al centro l’uomo e le sue leggi. L’uomo, nel suo delirio di onnipotenza, nel suo orgoglio, si mette al centro del mondo e agisce come se fosse Dio, disponendo della vita e della morte delle persone, secondo le proprie logiche e le proprie convenienze. Ecco che ritorna la legge dei due pesi e delle due misure, della convenienza privatistica che viene imposta e fatta passare come il bene comune. Nessun uomo può uccidere un altro uomo. Dio ha comandato all’uomo: non uccidere (Es 20,13; Dt 5,17).

Il piccolo Alfie è stato battezzato cristiano cattolico. I suoi genitori hanno chiesto asilo in Vaticano per poter curare il proprio figlio. Tale richiesta non è stata accolta. Il pontefice romano si è preoccupato di far vedere al mondo di voler dare udienza e prendersi cura della vicenda del piccolo Alfie, ma subito dopo, con una nota ufficiale della propria Conferenza episcopale dell’Inghilterra e del Galles, la Chiesa di Roma si è premurata di far giungere alle Istituzioni e all’opinione pubblica britannica la propria solidarietà ai medici dell’ospedale che hanno condannato a morte il piccolo Alfie, affermando pubblicamente che le critiche rivolte ai medici sono da considerarsi “infondate” (cito testualmente); che i medici hanno agito “secondo coscienza per il bene di Alfie”; che salvare la vita di Alfie doveva considerarsi una “eccezione” (testuali parole scritte in questo documento ufficiale della Conferenza dei vescovi dell’Inghilterra e del Galles).

Ma come è possibile giustificare l’operato e la coscienza di medici che hanno condannato a morte un bimbo innocente, negando anche ai genitori la possibilità di curare il proprio figlio altrove? Come si può definire una “eccezione” il salvare la vita di un bambino malato? E come potranno sentirsi i genitori del bambino di fronte a queste parole, che contraddicono con più forza le parole del pontefice romano che poche ore prima aveva fatto credere al mondo e al padre di Alfie di volersi prendere cura di suo figlio? Perché i vertici della Chiesa di Roma non hanno smentito le affermazioni dei giudici inglesi che hanno giustificato la sentenza di morte di Alfie Evans citando le parole del pontefice romano sul “fine vita”? Perché i vertici della Chiesa di Roma non hanno smentito le parole della Conferenza dei vescovi dell’Inghilterra e del Galles affermando con forza che la decisione dei medici di far morire Alfie è sbagliata, è contro Dio e contro la Legge di Dio?

L’ipocrisia che regna nel cuore di tanti cosiddetti sacerdoti, sacerdoti di oggi, non è diversa dall’ipocrisia che era nel cuore dei sacerdoti di ieri che hanno condannato a morte Gesù. Il cuore di tanti è duro. E la cultura della morte in tanti cuori ha prevalso.

Tanti che dovrebbero difendere i veri valori di Dio hanno perso la fede. Per tanti la fede è divenuta solo propaganda. Si fa solo vedere di avere fede. Ma nel cuore si è persa, la fede. Si fa propaganda volendo far creder al mondo di essere vicini ai poveri, ai migranti ma poi non si aiutano i propri figli, condannati a morte, che chiedono aiuto.

Mi rivolgo a tutti coloro che detengono il potere umano. Dio è Buono ma è anche Giusto (Sal 116,5a; Bar 5,9). Un giorno vi troverete di fronte al Supremo Giudice e a Lui dovrete rendere conto (Mt 25, 31-46). Con la stessa misura con cui misurate sarete misurati (Mc 4,24a). Non sopprimete i piccoli. Non negate i diritti fondamentali dell’uomo. Non piegate il diritto, quello vero, alle logiche e alle umane convenienze, perché il Padre questo non lo ammette. Nessuno osi sfidare Dio.

Mi rivolgo ai capi di Stato e di Governo di tutte le nazioni, affinché facciano udire oggi la propria voce a difesa della vita di Alfie Evans, prima che arrivi un domani di morte. Mi rivolgo alla Regina d’Inghilterra, che ieri ha festeggiato il suo 92.mo compleanno, affinché nella Sua Autorità, possa intervenire per salvare la vita di questo bambino.

Mi rivolgo al Presidente della Repubblica di questo Paese, affinché possa sensibilizzare i capi di Stato e di Governo degli altri Stati europei, di quelli cristiani, per mobilitare le coscienze a difesa dell’inviolabile dono della vita, specie della vita degli innocenti.

A tutti i cristiani e a tutti gli uomini e le donne di buona volontà oggi dico: «Risvegliate le coscienze. Destate le coscienze da un sonno letale che ha assopito le menti e i cuori di tanti. Non lasciatevi ingannare dalle vuote parole e dai gesti di circostanza di tanti che curano la forma ma calpestano la sostanza, facendo propaganda, facendo vedere all’apparenza di essere vicini ai giovani, ai sofferenti, ai poveri, agli ultimi ma che nella sostanza calpestano Dio e i Suoi veri insegnamenti, specie in tema di Famiglia e di Vita, che costituiscono i due pilastri fondamentali della civile convivenza di ogni società».

«Abbiate fede in Dio, nel Dio Uno e Trino, nel Bambino Gesù che è nuovamente sceso in questa Terra d’Amore come aveva promesso. In questa Terra d’Amore sarà sempre difesa la Verità della fede cristiana. Il Padre ha stabilito questa Chiesa, una, santa e universale, per donare al mondo una nuova speranza, per donare ai figli di Dio una Dimora, in cui lo Spirito di Dio è presente (Ap 21,3). Mai Dio abbandonerà i Suoi figli.

In questo giorno ci affidiamo nuovamente a Dio Padre Onnipotente, per il tramite del Cuore Immacolato di Maria, affinché possa accogliere la nostra preghiera e condurre alla salvezza la vita di Alfie Evans e di tutti i figli di Dio e di coloro che a Lui si affidano con cuore sincero, affinché l’Amore del Figlio di Dio possa tornare al centro della vita di ogni cristiano e di ogni uomo e donna di buona volontà. E così sia.