6a Domenica di Pasqua

6 maggio 2018

Vangelo: Marco, Cap. 3, vv. 31-35
Omelia del Pontefice Samuele

In questa domenica del tempo pasquale, continuiamo a vivere la gioia del Cristo Risorto, affinché amando, meditando e mettendo in pratica i Suoi insegnamenti possiamo quotidianamente sperimentare, continuare a sperimentare, la gioia della Pasqua, la gioia di risorgere in Cristo, e di vivere Cristo nella nostra quotidianità, per essere resi degni dal Padre a partecipare al Suo Amore e poter così vincere, risorgere, nel Suo Nome.

Il giorno di Pasqua rappresenta la sintesi della storia della vittoria di Cristo sull’umanità. In quel giorno è racchiusa infatti la storia di tutta la cristianità. Principio e fine. Alfa e Omega. All’alba, che rappresenta l’inizio dei tempi, Cristo risorge e dà inizio al Mistero della Salvezza. Al tramonto, che rappresenta la fine dei tempi, Gesù manda il Suo Spirito su coloro che Gli sono rimasti fedeli, conferendo loro il potere di rimettere i peccati (Gv 20,22-23), per farli essere in eterno Sua Chiesa; e far vivere al mondo intero la Fedeltà e la Verità dei Suoi insegnamenti (Ap 19,11).

Questo è ciò che Gesù ci ha preannunciato (Gv 14,16) e questo è ciò che è avvenuto. «Dio è Spirito e quelli che lo adorano devono adorarlo in Spirito e Verità» (Gv 4,24). In questa Terra d’Amore il Padre ci ha donato il Suo Spirito (Gv 16,13) per far conoscere nuovamente al mondo intero la Verità cristiana, l’unica Verità che salva; e per far nuovamente amare e vivere a questa umanità arida e smarrita i Suoi insegnamenti (Gv 15,26).

«Come il Padre ha mandato Me, anch’Io mando voi» (Gv 20,21). Ecco che quelle parole, pronunciate nel giorno di Pasqua, ritornano, per far comprendere a tutti ciò che ogni cristiano è chiamato nuovamente a vivere e a far vivere: far conoscere la Verità, la Verità di Cristo, l’unica Verità, assoluta, che salva, per far amare e vivere i Suoi insegnamenti, che il Padre nel corso del tempo ha voluto tramandare attraverso i Suoi strumenti, attraverso i Suoi messaggeri, ascoltati e non ascoltati, amati e non amati, accolti e non accolti.

Chi fa la volontà di Gesù Gli è fratello, sorella e madre (Mc 3,35). Chi fa la Sua volontà e insegna agli altri a fare altrettanto fa parte della Famiglia di Gesù, come abbiamo ora ascoltato nel Vangelo oggi proclamato (Mc 3,31-35). La fratellanza in Cristo non è una condizione dettata dal sangue ma è una condizione che proviene dallo Spirito, dal Suo Spirito, che procede nella storia e che si effonde e penetra i cuori di coloro che amano Cristo e che si sforzano, con tutte le proprie forze, di fare la Sua volontà. Chi ama Cristo mette in pratica i Suoi comandamenti (Gv 14,15). Essere parte della Chiesa, della Famiglia di Cristo, non è un diritto, un privilegio, immodificabile. È una conquista quotidiana. È una condizione che si deve rinnovare quotidianamente, offrendo la propria vita, offrendo a Cristo la propria quotidianità, vincendo il proprio “io”, rimanendo in comunione con il Suo Spirito, con lo Spirito del Cristo Risorto.

Tutti coloro che non chiudono il cuore alla viva azione dello Spirito Santo comprenderanno chi sono coloro che in questi tempi sono parte della vera Famiglia di Gesù; e chi invece non lo è. Chi rimarrà vigile comprenderà quale Famiglia, quale Chiesa, è in comunione con lo Spirito, con il Cuore di Gesù; e chi invece no.

Disse Gesù: «Non chi dice “Signore, Signore” ma chi fa la volontà del Padre Mio entrerà nel Regno dei Cieli» (Mt 7,21). A nulla serve onorare il Signore con la bocca se lo si tradisce nell’intimo, nel cuore (Is 29,13; Mc 7,6-7). Essere parte della Famiglia di Cristo è credere in Lui e in chi Lo ha voluto, in chi Lo ha mandato, per amarLo e fare la Sua volontà, rimanendo in comunione con il Suo Cuore, con il Suo Spirito, da cuore a Cuore. Così come abbiamo vissuto e detto a questi fanciulli che in quest’ultimo periodo hanno allietato la vita di questa Chiesa, manifestando con la loro purezza di cuore come si deve vivere rimanendo in comunione, fare la comunione, essere in comunione con Gesù. Da Cuore a cuore, da Spirito a spirito. Ecco che ciascuno di noi deve prendere esempio da questi fanciulli, soprattutto chi è anche avanti con l’età, per poter ritrovare quella freschezza, sapendo che la fanciullezza non è una condizione data dall’età anagrafica, ma è data dalla freschezza del cuore. Ecco che siamo tutti chiamati ad essere eterni fanciulli, sull’esempio di Colei che è Eterna Fanciulla (Is 7,14): Maria; per poter sperimentare e continuare a vivere la fanciullezza, la freschezza, che proviene dallo Spirito, che fa rinascere dall’alto (Gv 3,3), che fa risorgere a vita nuova. Ecco come continuare a vivere, ad essere in comunione con Gesù, a vivere e ad essere parte della famiglia di Dio; ecco chi sono i veri parenti di Gesù, chi sono i fratelli, le sorelle (Mc 3,35).

Nel tempo e per tempo il Padre Buono e Giusto invia le Sue parole, invia i Suoi messaggeri. E nel tempo l’umanità non ha saputo accogliere e vedere al di là delle parole, dei gesti, per comprendere “il” segno mandato dal Padre; per comprendere “gli” interventi che il Padre continuamente manifesta, per far comprendere all’uomo la sua azione finita rispetto all’azione del Padre che è infinita, eterna.

In un messaggio rivelato alla Sua Fanciulla, Maria Giuseppina, Gesù disse che non si può misurare con il metro umano le cose di Dio, la Sua Opera, che in questo Mistero si manifesta. L’Opera del Padre va accolta con il cuore. Ognuno deve lasciarsi trasportare dal cuore per comprendere la brezza dello Spirito Santo, che avvolge il cuore dell’infinita misericordia di Dio, per far comprendere ad ognuno la Verità, che lo Spirito del Padre ha depositato in questo Santo Mistero, Mistero d’Amore profondo, un Mistero che continuamente si evolve, avanza e abbraccia tutti coloro che si vogliono e si vorranno lasciar abbracciare dallo Spirito del Padre, che santifica, rigenera, purifica, per far essere tutti Sua Famiglia, vera Famiglia (Mc 3,34).

Ecco che la fratellanza in questa Casa tornerà ad essere centro del cammino di tutti i cristiani. Come sempre ci diciamo: preghiera e unione fraterna. Affinché nella fratellanza ognuno si possa ritrovare, ognuno si possa vivere e ognuno si possa donare quell’amore vicendevole e al tempo stesso universale che ci fa essere figli, fratelli di Gesù.

La mancanza di fratellanza è ciò che ha fatto crollare un’altra casa, che ora è in rovina, dove lo spirito di fratellanza ha lasciato il posto allo spirito di rivalità, di predominio. Dove si vive non l’ “Uno per tutti e tutti per Uno” che è il motto, il simbolo di questa Chiesa; ma si vive il “tutti contro tutti”: fratello contro fratello, sorella contro sorella.

Ecco perché tutti quanti noi siamo chiamati ad essere esempio vivo di santità, di fratellanza, per poter manifestare questa famiglia al mondo intero; e poter manifestare i frutti che questa famiglia ha generato e genererà: frutti vivi dell’azione dello Spirito Santo.

Tanti, guardando a questi frutti, potranno conoscere, riconoscere la Bontà dell’Albero, questo Albero Santo che dona la Vita (Ap 22,14), che il Padre ha piantato in questa Terra d’Amore, per poter ridonare la vera Vita a tutti coloro che si accostano a questo Albero con cuore sincero.

Ecco perché a voi, appartenenti a questa Famiglia, dico: «Fate conoscere la Terra d’Amore, il Suo profumo, le Sue delizie, affinché ogni figlio, ogni creatura che qui arriva possa sentirsi amato, protetto e mai violato, affinché possano comprendere la differenza di chi vive nel mondo rispetto a chi vive ed entra nei confini della Nuova Gerusalemme: Terra ricolma dello Spirito Santo (Is 66,22), Fonte inesauribile dell’Amore del Padre, che in Maria si manifesta».

Per tempo il Padre in questa Terra d’Amore ha affidato alle cure materne questa umanità, ha affidato tutti quanti noi al Cuore Immacolato di Maria. E tutti quanti onoreremo questo Cuore. Viviamo per far trionfare il Cuore Immacolato di Maria, il Cuore di Colei che è “buona e tenera Madre”. Ecco che nel Cuore Immacolato di Maria tutti ci ritroveremo, per poter vivere il compimento delle promesse di Gesù e poter manifestare al mondo questa famiglia che ha in Cristo il Padre e in Maria la Madre; e così tutti insieme poter sperimentare la vera fratellanza: essere fratelli e sorelle in questo unico Spirito che ci lega gli uni gli altri (1Cor 12,11-12).

«Annunciate voi tutti la libertà che nella Terra d’Amore avete trovato; annunciate al mondo intero la vita che in questa Terra d’Amore il Padre dona a tutti coloro che fanno dei Suoi insegnamenti la Via maestra, che porta a comprendere il Maestro, a vivere i Suoi insegnamenti per far morire l’“io” ed intraprendere la strada che ci porta e ci porterà ad essere “figli” (1Gv 3,1a) e a divenire come Egli è, per poter a nostra volta divenire nel Compimento tanti piccoli Gesù» (1Gv 3,2b).

“Accorrete. La Terra d’Amore vi attende. Venite. Venite, voi tutti. Venite, voi increduli. Venite e sperimentate l’Amore del Padre che in questa Terra è vivo. Toccate con mano, sperimentate con il vostro cuore, ciò che il Padre ha donato in questa Terra d’Amore, affinché vivendo e sperimentando l’Amore di questa Terra tanti dubbi possano sciogliersi (Lc 24,38), tanti interrogativi svanire e poter così assaporare l’essenza dell’Amore del Padre che in questa Terra è vivo e sempre di più ci farà comprendere e gioire, per poter vivere insieme questo nostro essere Famiglia: Una, Santa e Universale». E così sia.