Domenica della Divina Misericordia

8 aprile 2018
Matrimonio di Sabatino e Angela

Vangelo: Giovanni, Cap. 20, vv. 19-31
Omelia del Pontefice Samuele

Pace a tutti voi! Ecco il saluto del Maestro, dell’Amico, del Fratello Gesù che ora, così come avvenne allora, ci rivolge (Gv 20,19). Noi facciamo nostro questo saluto. E rivogliamo questo saluto a tutti i cristiani e a tutti coloro che, seppur non credendo nella pienezza, sono animati dalla buona volontà e sono alla ricerca della Verità.

«Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anch’io mando voi» (Gv 20,21). Queste parole, che il Signore ha rivolto ai Suoi Amici subito dopo la resurrezione, ci guidano oggi, in questa nuova Pasqua, in questo nuovo cammino che, rinnovati nella Pasqua del Signore, ci apprestiamo nuovamente a compiere.

Gesù ritornò dai Suoi Amici per rinvigorire il loro corpo, il loro cuore, il loro essere, affinché potessero risorgere come Gesù era risorto, per irrobustirli nuovamente affinché non avessero più cuori tremanti, gambe fragili; ma potessero ergersi e proclamare ciò che ai loro cuori il Maestro aveva preannunciato loro: che sarebbe risorto. La resurrezione. La nuova vita. Rinnovata nello spirito di quell’Uomo Dio. E così l’andare e testimoniare a tutte le genti questa buona novella (Mc 16,15).

Da quel momento gli Amici di Gesù ritornarono ad essere splendenti. Compresero tutto. Divennero forti. Non ebbero più paura, neppure di essere additati come coloro che seguivano quell’Uomo. Ma con orgoglio santo andarono e testimoniarono che in quell’Uomo vi era la Vita. Crebbe in loro sempre più la forza di Gesù e il loro essere veri figli di Dio. Si strinsero attorno a Maria, che non li abbandonò (At 1,13-14). Rimanendo vivi intorno a Maria ritrovarono la pace: quella pace che in quei giorni precedenti avevano smarrito. Quella pace che Maria trasmise loro li fece essere nuovamente fratelli. Riscoprirono il gusto di essere fratelli. E in quella fratellanza indissolubile andarono, testimoniando Gesù Vita, nuova Vita. Andarono per testimoniare che la Luce risplende sul mondo, l’unica Luce di Vita, di resurrezione, resurrezione eterna (Gv 1,9).

«Accogliete la Luce», dicevano «per assaporare il Cielo». «Accorrete, per gustare già quella Luce che riscalda il cuore e che vi dona la Libertà». Non ebbero più paura ma da quel giorno affrontarono tutto e tutti; e furono testimoni di ciò che nel tempo era stato proclamato e che si era realizzato.

Tramite loro crebbe nel cuore dei figli una consapevolezza viva, un amore vero, un legame profondo. E si passò dalla vergogna a quella fierezza santa, che è quella che dobbiamo sperimentare oggi, noi cristiani, di questa santa Madre Chiesa, comprendendo il Segno che Gesù ci ha donato, la Vita che Gesù ci ha donato (1Gv 5,11-13), la gioia di poter nuovamente tornare a mettere al centro la cristianità vera, santa e l’Amore vivo, vero, universale.

Maria li ha seguiti con la preghiera, con un Amore vero e sponsale, un Amore materno che donava a tutti le Sue delizie, la Sua Bontà: una Bontà viva, santa, pura. Con la Sua viva preghiera ha accompagnato gli Amici di Gesù, perché anche il Suo Cuore di Madre potesse nuovamente gridare al mondo, dopo tante umiliazioni subite, dopo tanta sofferenza patita: «Il Figlio di Dio è risorto. Così come è stato annunciato, è stato. Gloria a Dio Padre, perché le Sue parole si sono adempiute».

Ora come allora, oggi, da questa Terra d’Amore, unico Faro di riconoscimento dell’Amore di Dio in questa umanità arida e smarrita dove tanti cristiani hanno perso la via, oggi i figli di Dio sono in festa. E oggi questa festa è allietata dall’amore che Sabatino e Angela vogliono promettersi per sempre nel nome di Gesù, nel nome dell’Amico Gesù, nel nome del Maestro Gesù, del Fratello Gesù. Un Dio non lontano, ma un Dio vicino che cammina insieme ai Suoi figli, il cui Spirito è vivo (Gv 6,63) e che dona quella gioia di tornare a vivere la cristianità come unico bene primario.

Sabatino ed Angela hanno camminato insieme per seguire Gesù. Un lungo cammino che li ha portati con piena e viva consapevolezza qui, in questo Santuario, dedicato alla Divina Misericordia – oggi ricorre la festa della Divina Misericordia – in questo essere Chiesa Cristiana e Universale, della Nuova Gerusalemme, per vivere l’Amore, quell’amore sponsale che, tramite Gesù, oggi vogliono promettersi l’un l’altro. Stringetevi in questo Amore, così come prima avete fatto, mano nella mano. Unitevi per poter camminare ora e sempre uniti in questo Amore, l’Amore, che Gesù vi fa vivere, che vi aiuterà a poter continuare questo cammino di santità, spargendo questo Amore, donando questo Amore a tutti coloro che oggi sono qui per stringersi intorno a voi affinché anche tutti costoro possano prendere forza da questo amore sponsale: un amore contagioso, che non divide ma unisce. Non è vero che in questa Chiesa si dividono le famiglie. In questa Chiesa si uniscono le famiglie, nell’Amore di Gesù, nell’unico Amore che salva. Non vi è un Amore più grande di quello di Gesù. Questo è ciò che si vuole vivere e far vivere in questa Chiesa.

Siate l’uno la forza dell’altra, l’altra dell’uno, rimanendo in quell’Amore santo che vi farà essere una sola cosa.

«Come il Padre ha amato me, anch’io ho amato voi. Rimanete nel mio amore. Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore. Questo vi ho detto perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena. Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri, come io vi ho amati. Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici. Voi siete miei amici, se farete ciò che io vi comando». (Gv15,9-14). «Questo vi comando: amatevi gli uni gli altri». (Gv 15,17).

Queste parole di Gesù sono l’augurio per questo giorno, affinché uniti in questo amore, forti di questo amore, possiate a testa alta camminare, voi e tutti coloro che a voi appartengono, in questo amore vivo e sponsale. Siate membra vive di questa Chiesa. Protagonisti di questo amore. E sull’esempio dell’Amore di Gesù e di Maria, donate amore: ai vostri genitori, ai vostri cari, ai vostri parenti e a tutti questi fratelli e sorelle che sono uniti in quest’unico Spirito che ci fa essere Chiesa, Corpo mistico di Cristo (Rm 12,15).

Questo è l’esempio che vogliono incarnare i figli di Dio. E non essere più increduli ma credenti, così come abbiamo ascoltato prima (Gv 20,27). Vivete e credete nelle promesse del Signore, che qui, in questa Terra d’Amore, è sceso dal Cielo per ridonare la speranza a tutti i Suoi figli, per rialzare un’umanità che era sull’orlo del baratro e che senza l’intervento del Padre sarebbe sprofondata, travolta dal peccato e dall’infedeltà di chi è divenuto infedele, di chi ha tradito lo Spirito di Gesù, quello Spirito che Gesù aveva donato loro. E queste infedeltà sono sotto gli occhi di tutti. Ascoltiamo ogni giorno le cronache che ci parlano dell’infedeltà di chi sarebbe dovuto rimanere fedele ma che, purtroppo, ha smarrito la fedeltà. Per questo il Padre ha voluto questa Chiesa. Diversamente questa Chiesa non sarebbe stata stabilita dal Padre. Si sarebbe andati avanti così come sempre si era fatto. Il Padre ha voluto questa Chiesa affinché la cristianità potesse rimanere centro: pura, nell’amore puro di chi la vuole vivere, nella semplicità, nell’umiltà ma nella Verità.

Questa è la Divina Misericordia che il Padre ha voluto donare ai Suoi figli. Perciò oggi facciamo festa in questo giorno della Festa della Divina Misericordia. In questo luogo il Padre ha donato la Sua Divina Misericordia ai Suoi figli. Per questo è scritto che questo è il centro della Divina Misericordia. Tutti coloro che con sincerità di cuore chiederanno perdono al Padre, qui troveranno perdono. Il Padre non condanna chi si accosta a cuor sincero, chi vuole comprendere a cuor sincero, chi vuole vivere a cuor sincero. Ecco perché invita a venire e a vedere, prima di giudicare. Poi ognuno è libero di giudicare come crede. Credete ai segni che Gesù ha dato in questa Terra. Tante grazie che il Padre ha dato: guarigioni spirituali e corporali, che ci sono state, ci sono e continueranno ad esserci, perché il Padre manifesta la Sua viva presenza tramite questi segni (Mt 7,16-20). Ma io vi dico: questo è un segno, il segno dell’Amore di Dio: questi giovani che oggi, ancora oggi, nonostante le difficoltà che si vivono, credono nel valore del matrimonio, credono che valga la pena fare sacrifici per arrivare a questo giorno nella Grazia di Dio. Non prendono scorciatoie e nonostante tutto e tutti dicano il contrario – che non conviene più sposarsi, “chi te lo fa fare?” – sono qui per promettersi per l’eternità di amarsi, non sapendo quello che li attenderà: gioie e prove, così come è la vita matrimoniale. Chi è sposato ben sa che il matrimonio è fatto di gioie ma è fatto anche di prove. Solo se vi è un vero amore verso Gesù si possono superare le prove. Ecco perché ancora ci si sposa difronte a Dio: perché si ha fede che in Dio tutto si potrà superare, tutto si potrà risolvere. Ecco la scommessa che chi ha fede già ha vinto. Perché anche se si dovesse venire meno – e nel cammino può succedere, nel cammino di una vita, che le prove ti facciano venire meno – tu sai che c’è un qualcosa che ti accomuna a cui ti puoi aggrappare: una Pietra, una Roccia, la Pietra, la Roccia viva che ti aiuterà sempre a risollevarti (Lc 6,47-48). A volte sarà l’uno a risollevare l’altra, altre volte sarà l’altra a risollevare l’uno. Ma in quell’amore ci si ritroverà, ci si fonderà. Ecco “il” segno, un altro segno per voi che li conoscete, che li amate; e così per tutti quanti noi che li amiamo, perché sono parte di noi, parte di questa Chiesa, membra vive di questa Chiesa.

Questa è la Festa della Divina Misericordia che oggi viviamo e celebriamo. Il Bambino Gesù è segno (Lc 2,12), “il” segno dell’infinita misericordia che il Padre ha donato ai Suoi figli fedeli in questa Terra d’Amore.

Rivestitevi della Luce di Cristo, del risorto. Andate. Ammaestrate nuovamente le genti (Mt 28,19), con il vostro esempio, con il vostro amore, perché di questo c’è bisogno: di esempio. Affinché tanti possano riscoprire la gioia di essere cristiani, di mettere Cristo al centro della propria vita.

Oggi in questa Terra d’Amore nuovamente il messaggio universale di Cristo e della Chiesa di Cristo parla alle genti e dice: «Alzatevi, rivestitevi della Luce di Cristo, il risorto» (Is 60,1).

Questa Madre Chiesa, depositaria del Mistero di Dio, depositaria della purezza della fede, depositaria dell’unico Faro della Luce che Cristo emana, ha irradiato nuovamente l’universalità della figliolanza paterna in tutti coloro che si riconoscono in Suo Figlio (Gv 1,12). Figli di Suo Figlio.

Cristo è Vita (Gv 14,6) e in questa Pasqua lo ha manifestato, lo manifesta e lo manifesterà sempre più. Chi vuole risorgere venga e assapori l’armonia, la santità e le delizie che si innalzano. Chi vuole comprendere venga e veda. Nulla si nasconde in questa Chiesa, tutto si manifesta. Esclamate e proclamate anche voi lo stupore per le meraviglie che il Padre ha fatto in questa Terra. Davanti al Bambino Gesù dite anche voi: «Mio Signore e Mio Dio» (Gv 20,28). Riconoscete nel Bambino Gesù il Segno che il Padre ha voluto dare a questa umanità, sull’esempio dell’Apostolo che volle vedere e toccare (Gv 20, 24-25). E Gesù rispose: «Beati voi che credete pur non avendo visto» (Gv 20,29).

Maria, la tutta bella, la tutta pura, ci aiuterà. Affidatevi al Suo Cuore di Madre. Affidatevi al Suo Cuore Immacolato. Come hanno fatto gli Apostoli, i santi e i martiri nella storia. Guardate al Suo esempio di Sposa, di Madre e di Figlia fedele e tutto diventerà facile. Ecco il cammino dei figli di Dio che sull’esempio di Gesù e di Maria avanzano, si amano e vincono. L’Amore e la Fedeltà della Madre universale ci guiderà per rimanere saldi nella fede e per poter cantare nuovamente la gloria di Dio. «Cristo è risorto, alleluia. È veramente risorto, alleluia, alleluia». E così sia.